Che cambiamenti comporta il decreto sicurezza? Che tipo di protezione garantisce ai richiedenti asilo? Questi gli interrogativi al centro della conferenza “Il decreto sulla mia pelle”, che si terrà martedì 18 febbraio, alle 16, in aula Megalizzi, al polo Zanotto. Promosso dall’Unione degli universitari di Verona (Udu) insieme al joint project 2018 Ricu “Ricucire distanze e luoghi per una quotidianità condivisa” del dipartimento di Culture e civiltà, l’evento sarà coordinato da Anna Maria Paini, docente di Antropologia culturale dell’ateneo, e da Sabaudin Varvarica, assegnista di ricerca in ambito antropologico. A introdurre i lavori Deborah Fruner, coordinatrice di Udu Verona.
Durante l’incontro, che fa parte del ciclo di conferenze “Looking for humanity” realizzato con il contributo dell’università di Verona, verrà affrontata la complessa questione dell’accoglienza, sia a livello normativo, sia con chi il decreto lo vive direttamente sulla propria pelle.
Interverranno Enrico Varali, presidente della Camera degli avvocati immigrazionisti del Triveneto, in rappresentanza del Cestim, Centro studi immigrazione, e Alessia Girlanda, assistente sociale del Comune di Bosco Chiesanuova e rappresentante dello Sprar di Corbiolo (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati).
A seguire le esperienze di chi il decreto lo vive tutti i giorni in prima persona. Parleranno Saikou Manjang e Rawand Qadir, partecipanti al joint project 2018 Ricu, che muove dalla necessità di restituire centralità e capacità narrativa ai vissuti individuali dei richiedenti asilo, sottraendo le loro storie di vita alle generalizzazioni e agli stereotipi della cronaca per riconsegnarle alla dimensione soggettiva e promuovere forme e pratiche innovative di interculturalità.
Il joint project 2018 Ricu è un progetto biennale scaturito da un interesse condiviso con un gruppo di richiedenti asilo con talenti sartoriali e artistici, e partner del territorio. L’intento è promuovere forme inedite di mutuo confronto e dialogo tramite l’implementazione di azioni artistiche mediate da pratiche etnografiche.
Oltre al dipartimento di Culture e civiltà, i partner del progetto sono: Museo africano, Alteritas, Associazione fotografica Verona Off, associazione ad Maiora, Tinlé, Cestim, Cospe Onlus.