Soluzioni mediche e farmacologiche a partire dalle piante? Le biotecnologie vegetali protagoniste all’Università di Verona con la conferenza internazionale “Plant-based vaccines et Antibodies” che si è tenuta nell’aula magna del Polo Zanotto.
Oltre 200 relatori. La conferenza, giunta alla terza edizione, ha coinvolto più di 200 relatori provenienti da numerose università e centri di ricerca internazionali, oltre ai rappresentanti scientifici di aziende internazionali del settore farmaceutico e biomedico. Nel corso delle tre giornate si è discusso delle più recenti prospettive di utilizzo a scopo farmaceutico di anticorpi e vaccini prodotti a partire dalle colture vegetali. Un nuovo approccio di studi che fa parte del settore biotecnologico denominato “Molecolar Farming” e che ha un importante risvolto nella ricerca di sistemi di prevenzione nei confronti di diverse malattie tra le quali diabete, Aids, tubercolosi, alcuni tumori e importanti malattie genetiche.
La ricerca a Verona. Nel corso del congresso si sono discussi e confrontati anche i primi progetti di commercializzazione, oltre alla presentazione delle numerose ricerche che segnalano l’avvenuto avvicinamento delle biotecnologie vegetali al mercato farmaceutico; come si evince dal programma del simposio sono presenti ad oggi le prime sperimentazioni d’utilizzo in campo terapeutico. È il caso per esempio del settore di cui si occupa Linda Avesani, ricercatrice dello spin-off dell’Università di Verona “Officina Biotecnologica”, che sta conducendo uno studio sull’utilizzo di piante di tabacco transgeniche per ottenere una molecola che prevenga il diabete giovanile. “L’uomo utilizza le piante come fonte di materiale tecnico e medicinale da migliaia di anni – spiega Mario Pezzotti – attraverso la biologia e la medicina molecolare negli ultimi decenni sono state scoperte molte proteine dal valore terapeutico e diagnostico. L’utilizzo di sistemi vegetali per la produzione di molecole purtroppo talvolta è ostacolata da limiti produttivi dovuti alla bassa resa, alla qualità insufficiente e all’impossibilità di stoccaggio. La ricerca scientifica ha fatto tuttavia grandi passi avanti in questo campo; negli ultimi quindici anni, grazie all’applicazione delle tecnologie del Dna ricombinante, le piante sono emerse come sistema di espressione potenzialmente più economico e sicuro rispetto ai sistemi basati su cellule microbiche, eucariotiche di mammifero e animali transgenici”.