Perché, dopo mezzo secolo, critici, studiosi, lettori, autori di film, di televisione e di fumetto sono ancora interessati a Raymond Chandler? A questa domanda hanno risposto gli studiosi e i giornalisti che si sono dati appuntamento all’Università in occasione del convegno internazionale “No long goodbye for Mr Chandler: l’eredità letteraria e cinematografica di Raymond Chandler”.
Il convegno. Si sono concluse le due giornate che l’Ateneo ha dedicato allo scrittore statunitense, padre del famoso detective Philip Marlowe, noto al grande pubblico per l’indimenticabile interpretazione che ne diede Humprey Bogart nel film “Il grande sonno” del 1946. A cinquant’anni dalla morte di Chandler, era giunto il tempo di tirare le somme sulla valenza e l’unicità della sua produzione letteraria e sulla figura stessa del giallista, tra i più famosi del ‘900, che ha inoltre avuto il merito di rendere giustizia al poliziesco, genere troppo a lungo considerato paraletterario. Gli ospiti del convegno internazionale, organizzato da Stefano Tani, docente di Critica letteraria e Letterature comparate dell’ ateneo scaligero, si sono così confrontati sull’eredità letteraria e cinematografica dello scrittore, dando vita a due giorni di notevole interesse e prestigio.
L'originalità di Chandler. Nonostante il passare degli anni, non sembra infatti conoscere fine il fascino esercitato dalle opere di Chandler. “E’ diventato un marchio – ha spiegato William Luhr del St. Peter’s College – Il suo lavoro, e le parole spese sul suo lavoro, si sono diffusi a tal punto nella nostra cultura, che perfino le persone che non hanno mai letto i suoi romanzi fanno spesso riferimento ai suoi personaggi, al suo stile e al suo universo narrativo come ad entità culturali largamente conosciute.” Dal convegno è emerso come lo stretto legame tra autore e protagonista non sia affatto casuale; la stessa personalità del Marlowe-detective, si nutre in parte di quella del Chandler-autore e viceversa. “Alla luce della critica recente – ha evidenziato Francesco Gozzi, autore del volume “Chandler ieri e oggi” – è importante sottolineare l’elemento autobiografico nell’ideazione di un detective che è una proiezione della personalità dissociata dell’autore. Nella trattazione relativa alla narrazione americana nessuno ha infatti scritto canoni che si avvicinino a quelli di Chandler nella capacità di combinare la vivacità impertinente, persino insolente, con una scintillante eleganza ed un impeccabile senso dell’ humor” .