Il consiglio comunale di Verona ha reso omaggio lo scorso sabato alla nascita dell'Università degli Studi di Verona. Lo ha fatto in maniera solenne, con un incontro tra quelle istituzioni che 50 anni fa furono il motore per un ateneo in riva all'Adige. Con i cinquant’anni dalla delibera del Consiglio comunale in cui si annunciava la nascita di una nuova sede universitaria in quel di Verona è riemersa la storia, ma anche gli scontri politici che l’hanno fatta, di quegli anni. Padrone di casa e promotore dell’evento il presidente del Consiglio comunale Pieralfonso Fratta Pasini, che ha ospitato nell’aula consiliare autorità, rappresentanti delle istituzioni e gran parte dei protagonisti che con il loro lavoro hanno reso l’ateneo scaligero quello che è oggi: "Un’università giovane ma di dimensioni medio-grandi", come l’ha definita il rettore Alessandro Mazzucco. Presenti tra i banchi del Consiglio due ex rettori, Mario Marigo ed Elio Mosele, presidi di facoltà, docenti e personale amministrativo. Ma anche il presidente della Provincia Giovanni Miozzi e quello della Camera di Commercio Alessandro Bianchi. Una dialettica, quella del fine anni '50, che è stata rievocata da due protagonisti dell’epoca (Giuseppe Arcaroli e Gianfranco Bertani, consiglieri nel 1959) e da Francesco Vecchiato, già decano dell’ateneo veronese ma anche figlio di quel Lanfranco (storico e insegnante al liceo nella Verona degli anni Cinquanta) che l’università in città la volle più di chiunque altro. Infine Paolo Zanotto, ex-sindaco e figlio del primo cittadino che firmò quella delibera. I primi studenti si iscrissero al buio, senza avere la certezza di una laurea giuridicamente riconosciuta, almeno prima che arrivasse il riconoscimento statale e l’affiliazione all’università di Padova. Da cui la Facoltà si separò nel 1985, con la costituzione di un ateneo vero e proprio. "Un grazie a chi ha permesso la nascita della nostra università che non serve solo a procurarsi il "pezzo di carta" ma è un luogo di edificazione di uomini liberi e critici", ha affermato Carlotta Cena, attuale presidente degli studenti. "Giorgio Zanotto ebbe il merito di aver ascoltato gli uomini della scuola di Scienze storiche Muratori, fondata nel ’51 da Lanfranco Vecchiato – ha spiegato Fratta Pasini – che grazie ai corsi di storia avevano calamitato sulla città professori universitari da tutta Italia. Proprio a questo si deve la febbre universitaria in città». E' toccato al preside della facoltà di Economia Francesco Rossi ricordare la figura di Gino Barbieri, preside della facoltà dal ’63 al 1980 (in sua memoria sono stati consegnati due premi di laurea a due giovani laureati in Economia, Silvia Salisburgo e Francesco Andreoli). Sempre Rossi ha dato notizia del via alle lezioni di Economia nei nuovi spazi ricavati dnel silos di ponente all’interno della caserma Santa Marta. "Il merito di figure come Giorgio Zanotto e Lanfranco Vecchiato – ha infine ricordato il rettore Mazzucco – è stato quello di investire sul capitale intellettuale in un periodo in cui il suo valore non era probabilmente chiaro come oggi. Lo sviluppo che ha avuto il nostro ateneo – ha detto ancora – ha dimostrato che, all’epoca, non fu una scelta campanilistica. Ora il nostro ateneo è tra i primi per inserimento nel mondo del lavoro e il suo ruolo è riconosciuto anche all’estero".