“Le leggi del matrimonio. Modelli e regole dell’unione coniugale tra antico e moderno”. E' il titolo del convegno promosso dalla facoltà di Girisprudenza, un’occasione si sono incontrati studiosi nazionali ed internazionali per confrontarsi sulle problematiche legate alla formazione e alla disciplina del matrimonio.
Il matrimonio nella storia. Verona città simbolo dell’amore, dimora di Romeo e Giulietta, sfondo ideale di sempre più coppie desiderose di sposarsi nei luoghi della tragedia shakespeariana. Parlare di matrimonio in tale contesto sembra banale. Ma si conoscono davvero le tappe e le trasformazioni giuridiche che ha subito l’istituzione del matrimonio nel corso della storia, dalla civiltà romana ai giorni nostri?
E’ su questo tema che studiosi nazionali ed internazionali si sono confrontati nel corso del convegno che si è tenuto nella Biblioteca Capitolare e nell’aula Bartolomeo Cipolla della facoltà di Giurisprudenza.
Il convegno. Nella suggestiva sala della Capitolare i lavori sono stati aperti dal Prorettore Bettina Campedelli che, nel suo intervento, ha sottolineato come quello del matrimonio “sia un tema polivalente che necessita di una visone trasversale in grado di abbracciare più temi e più discipline. E’ questa la visione che si cercherà di adottare nel convegno” ha concluso. Sono seguiti i saluti di Stefano Troiano, Preside della facoltà di Giurisprudenza, che ha ringraziato il folto pubblico di giovani presente e ha ricordato l’orgoglio dell’Ateneo nel presentare “un convegno di così grandi dimensioni e di notevole importanza e prestigio”.
La prima relazione della giornata è spettata a Patrizia Giunti, ordinaria di Diritto romano e dell’ antichità dell’Università di Firenze che, ricollegandosi all’ intervento del Prorettore, ha parlato di come il diritto di famiglia “abbia avuto spesso meno peso rispetto ad altri argomenti di natura giuridica- e ha continuato- il motivo di ciò è da ricercare proprio nel fatto che il matrimonio è sempre sembrata un realtà metagiuridica, quasi inscritta spontaneamente nell’essere umano”.
L'intervento di Giovanni Rossi. Ma il cammino di quest’istituzione è invece stato lungo e tortuoso e, trattandosi di uno stretto intreccio tra privato e pubblico, ha seguito in parte l’evoluzione della società diventando “un tema complesso ed affascinante” come è stato definito da Giovanni Rossi, docente di Storia del diritto medievale e moderno all’ Università di Verona, nonché promotore del convegno. "Da sempre dopo quel fatidico momento qualcosa cambiava – ha spiegato il professor Rossi – Con l’atto del matrimonio si manifestava, ieri come oggi, l’unione a tutta la società. Anche se è romantico pensarlo, l’istituzione non è quasi mai stata caratterizzata da “spontaneismo”. E' interessante riflettere su come l’istituzione matrimoniale abbia dimostrato di resistere ai numerosi cambiamenti che si sono susseguiti nelle epoche. Questo perché il matrimonio è stato in grado di evolversi, seguendo le trasformazioni della società. Inoltre è un’istituzione che comporta molte implicazioni, non a caso da Aristotele in poi è stato definito “ il mattone su cui si edifica lo Stato. La trasformazione più importante, all’interno del matrimonio, che è avvenuta dall’antica Roma ad oggi è stata di certo la parità tra marito e moglie. La chiesa l’aveva prevista durante la cerimonia, quando cioè viene espressa la volontà di entrambi gli sposi, ma poi, conclusosi quel breve momento, scattava la dura gerarchia della quotidianità: il capo famiglia poteva tutto sulla moglie. Oggi per fortuna non è più così e marito e moglie sono alla pari anche dopo il "fatidico sì".