Tanti interessanti interventi per il pomeriggio dedicato alla documentazione contemporanea: presenti Marino Livolsi Presidente di Scienze della Comunicazione all’Università Vita e Salute San Raffaele di Milano, Giovanni Bergamin responsabile servizi informatici alla Biblioteca Nazionale di Firenze, Erilde Tenzoni, Sovrintendente archivistico per il Veneto e Gianni Penzo Doria Direttore dell’Archivio Generale dell’Università di Padova. A moderare il dibattito Giancarlo Volpato, direttore del master "Archiviare il futuro".
E’ ancora importante leggere e perché? “La risposta è si – ha sottolineato Livolsi – partendo dal dato che in Italia si legge poco e lo dimostrano i dati dell’Istat, almeno un 40% negli ultimi 12 mesi non ha letto un libro, senza scendere nello specifico, è sconfortante, ci sono curiose oscillazioni, ma non è un trend in ascesa. Ci sono due popoli: i grandi lettori e i non lettori; ci sono inoltre poche librerie e stanno rovinosamente chiudendo. Mi sembra di vivere le scene finali di un film di Truffaut “Fahrenheit”. Si sta assistendo ad un declino della cultura, non quella noiosa, ma quella forte, bella e interessante. La scusa del non ho tempo, non è più una scusa, è una realtà: ma se non si legge non si cresce, non si matura, non si hanno emozioni. Si sta assistendo ad una società neobarocca: si apprezza la cosa più curiosa, il fregio, e non la sostanza; il paese sta sprofondando nella superficialità”. Livolsi ha concluso: “Non sono spaventato sull’e-book, l’importante è leggere. Non è un trend irreversibile, molte cose si possono fare: moltiplicare luoghi e occasioni per distribuire libri, in cui si parla di libri, bisogna rilanciare alla grande le biblioteche, l’unica cosa da non fare è quello che si sta facendo in questo momento”.
Scrittura digitale e memoria digitale. I suoi appunti di viaggio le sue riflessioni parlano di episodi diversi, tutti legati al testo e al libro digitale. Bergamin, da bibliotecario, ha parlato dall’osservatorio privilegiato della Biblioteca Nazionale di Firenze, usando una famosa citazione di Platone per spiegare bene il concetto: “La scrittura – digitale in questo caso – non aumenterà la nostra memoria, ma le restringerà, perché sicuri di poter accedere sempre a ciò che ci serve smetteremo di ricordarcene. La vera scrittura è quella dell’anima”.
Documentare il contemporaneo. La Terenzoni, tra memoria storica e servizio al cittadino, ha portato al seminario la situazione degli archivi e del loro futuro, ha messo il luce tutte le problematiche della conservazione e della valorizzazione del patrimonio archivistico. “Servono nuove idee e nuovi progetti per questo settore, per poter recuperare il futuro bisogna lavorare bene sul passato, conservando e organizzando la memoria del passato, che nel futuro sarà il presente”.
La dematerializzazione che c’è già. Che supporti usare? Cosa conservare? Cosa selezionare e cosa scartare? Di questo e di molto altro ha parlato Doria: “Si assiste ad una babele della conservazione perché ancora è difficile capire quale supporto usare. E’ necessaria un’operazione intellettuale: da male necessario è divenuto un compromesso, serve una selezione qualificata, solo così si costruiscono veri archivi”.