“Rehearsals of the Modern: Experience and Experiment in Restoration Drama” è il titolo del convegno durato tre giorni dedicato al teatro inglese nel periodo della Restaurazione.
Un evento internazionale. Il convegno è stato organizzato da Susanna Zinato e da Lisanna Calvi dell'ateneo ed ha coinvolto altri docenti e ricercatori di Letteratura inglese del dipartimento di Anglistica, Germanistica e Slavistica. Presenti anche studiosi di levatura internazionale come Robert Markalay dell’università di Chicago e Derek Hughes originario di Aberdeen. La manifestazione si è sviluppata in tre giorni con conferenze, momenti di discussione e un concerto, reso possibile grazie alla collaborazione del conservatorio cittadino “dall’Abaco”. Quest’ultimo in particolare ha visto la recitazione, da parte di Hugh Ward-Perkins, di opere del più illustre compositore britannico Henry Purcell.
Laboratorio del Moderno. Protagonista del convegno il teatro inglese della Restaurazione. Dalla tragedia alla commedia, dalla tragicommedia alla musica per il per teatro del XVII secolo inglese, tutto visto come fucina e 'laboratorio' del moderno. "Un teatro che proponeva codici che rompevano nettamente con le tradizioni del passato. Il relazionarsi di questo teatro con i paradigmi culturali della tradizione fu spesso problematico, lo status quo della cultura ufficiale ‘restaurata’ fu contestato – hanno spiegato durante il dibattito -. Questo fervore portò a grandi innovazioni; tra queste grande importanza ebbe, da un punto di vista sociologico, l’ingresso in scena di attrici femmine, pratica severamente proibita fino a pochi decenni prima. Le prime furono Ann e Rebecca Marshall, ma la più celebre tra tutte rimase però Nell Gwyn, ex venditrice di arance, che passò alla storia per essere diventata l'amante di re Carlo II dal quale ebbe anche due figli. Nacque qui una sorta di pre-divismo verso gli attori che permise a questi di entrare anche a corte (come nel caso di Nell Gwyn); tutto ciò consente di capire come il teatro inglese del XVII secolo fu fucina di innovazioni anche culturali".
Un nuovo punto di vista. Il teatro inglese ai tempi della Restaurazione quindi riusciva ad essere moderno e vivace perché metteva in discussione. "Mette a frutto la lezione di problematizzazione della società – hanno sottlineato alcuni studiosi -. La interroga, pone dei problemi. Non subisce il potere della tradizione come dato di fatto, come fatto acquisito, ma lo sconvolge, lo rivaluta e lo modifica.Gli autori del passato, come Shakespeare, venivano sì rappresentati, ma le loro opere erano cambiate e stravolte. Spesso veniva tolto il finale tragico tipico dei drammi dei secoli precedenti. Fu quindi questo il primo laboratorio di modernità, di rivoluzione allo status quo culturale e tradizionale, che l’umanità ha saputo creare".