Un Medioevo insolito, nuovo ma vero ha trovato posto nel nuovo libro “Il Medioevo degli increduli” di Paolo Golinelli, professore di Storia Medievale dell’ateneo e conosciuto a livello internazionale per le sue pubblicazioni, presentato alla Società Letteraria. Oltre all’autore erano presenti Daniela Brunelli, Presidente della Società Letteraria e Mario Allegri, professore di Letteratura italiana contemporanea dell'ateneo scaligero.
Il libro. “La barca di Caronte è piena di tutti i personaggi che popolano questo testo”, ha spiegato Allegri puntando l’attenzione sugli individui che interessano Paolo Golinelli . Il libro, infatti, guarda al mondo contadino, al quale l’autore è profondamente legato, e a tutto il sottobosco di figure che lo popolano e che non sono disposte a credere ciecamente al verbo cristiano. “Questo libro non è soltanto scientifico ma è soprattutto divertente”, continua Allegri e ricorda quanti e quanto importanti per scandire il ritmo siano gli aneddoti – tratti dalle vite dei santi – che puntellano il testo. "Queste storie fanno emergere un mondo eterogeneo in cui le processioni religiose finiscono per essere una rumorosa passeggiata paesana, le mistiche, con ogni probabilità, sono giovani anoressiche e gli increduli vengono immancabilmente puniti dal castigo divino".
Gli increduli: il rovescio della medaglia. Gli increduli che popolano il libro sono anzitutto i pagani “ma increduli sono tutti quelli che hanno mantenuto un atteggiamento di critica verso la Chiesa e i suoi dettami. A partire dai contadini, i quali erano legati più ad una religiosità ancestrale che al paganesimo”,ha chiarito Golinelli." L’atteggiamento di incredulità, nel Medioevo, era diffuso in tutti gli strati sociali: perfino i preti erano increduli verso i presunti miracoli compiuti da chi non apparteneva al proprio ordine religioso. Eppure, a ben guardare, non bisognerebbe parlare di increduli ma di personaggi “disincantati” verso un mondo troppo funzionale alle logiche del potere e del denaro. Il titolo inizialmente pensato dall’autore era infatti “Il Medioevo del disincanto”.
La fede light. Questo gioco di parole è usato da Golinelli per nominare un capitolo ed è proprio lui a dire di averlo scelto per destare interesse su un tema cruciale. "La fede “light” altro non è se non un modo di approcciarsi alla fede molto leggero da parte di un mondo – quello del Medioevo contadino – che sente l’esigenza di nuovi valori e nuovi stimoli. Ecco allora che si leggono aneddoti su processioni di fedeli che si trasformano in spettacoli di comica laicità o su personaggi che usano la chiesa come un rifugio per non essere linciati".