Ci sono voluti tre anni e tutti i recenti progressi della ricerca sulle biotecnologie per permettere al centro di genomica funzionale dell'ateneo di svelare il mistero dell’appassimento della bacca principe della Valpolicella: la Corvina. Si tratta di una novità assoluta; la Corvina è infatti il primo vitigno autoctono al mondo a cui è stato sequenziato il Dna. La scoperta è la conferma scientifica di quanto viticoltori ed enologi intuiscono da decenni: il vitigno tipico della Valpolicella ha caratteristiche e proprietà del tutto particolari. Massimo Delledonne e Mario Pezzotti dell'Università hanno presentato i risultati della loro ricerca all'Accademia di Agricoltura Scienze e Lettere.
I risultati della ricerca. I due ricercatori del Centro di Genomica Funzionale hanno scoperto come la bacca di Corvina attivi dei geni unici proprio nella fase di appassimento. La ricerca è sostenuta da Fondazione Cariverona, Fondazione Masi e Orvit , Società per la valorizzazione dei vini veronesi. Dalle sequenze del Dna prelevate, i ricercatori hanno assemblato 479 geni fino ad oggi sconosciuti alla comunità scientifica, evidenziando la presenza di un gene particolare che rappresenta la complessità del processo di maturazione di questo pregiato vitigno. La ricerca ha inoltre scoperto che l’ appassimento (fase in cui le uve vengono adagiate nei fruttai per 3-4 mesi), risulta essere un articolato processo biologico nel quale si attivano i geni, incaricati di fronteggiare lo stress di appassimento e di controllare la produzione di aromi responsabili del sapore dell’Amarone.
La parola ai ricercatori. “L’obiettivo – affermano i titolari della scoperta Mario Pezzottie Massimo Delledonne – è consegnare alla realtà produttiva veronese e al suo territorio uno strumento utile per un’attività fondamentale del nostro made in Italy. Con questo strumento ad esempio sarà possibile monitorare l’attività del genoma nella sua interazione con l’ambiente e quindi di definire le condizioni ottimali per la coltivazione e la produzione di un’uva di qualità”.
I meriti per l'università. Dal ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca arriva uno dei riconoscimenti per la ricerca dell'Università degli Studi di Verona. Massimo Delledonne rappresenta infatti uno dei due delegati nazionali nominati dal Miur nell’ambito del programma Cost StatSeq, finanziato dall’Unione Europea, a cui partecipano ben 20 Paesi europei. Per quanto riguarda Mario Pezzotti, già nel giugno 2009 è stato invitato a tenere la relazione d’apertura del 32° convegno mondiale della vigna e del vino realizzato a Zagabria dall’Organizzazione Internazionale della Vite e del Vino e nel luglio 2010 terrà la relazione su invito al 14° Australian Wine Industry Technical Conference. Inoltre il Centro di genomica funzionale di Verona vanta numerose collaborazioni internazionali tra cui Bordeaux e Parigi (Francia), Geilweilerhof, Heidelberg, Geisenheim, Golm (Germania), Logrogno (Spagna), Neuchatel (Svizzera), Reno (Nevada,USA), Geneva (New York, USA), Adelaide (Australia).
L'università come centro di eccellenza. È Roberto Giacobazzi, preside della facoltà di Scienze a porre l'accento sull'importanza dell'università e della ricerca. “Questo è un esempio di cosa può fare l'università per le aziende e per la cultura del vino. Mi ricordo che il 7 febbraio 2007 i colleghi Delledonne e Pezzotti fondavano il Centro di genomica che in pochi anni è diventato un vero centro di eccellenza e la stessa facoltà si è espansa. – Continua Giacobazzi – non sarà certo l'università a insegnare a far il vino ma può svelare i segreti della realtà naturale per comprenderli e trasformarli in qualcosa di utile per tutti. Questo è il significato reale della ricerca in stretto rapporto con il suo stesso territorio”.
Leggi il materiale del convegno:
I segreti della Corvina
La relazione di Massimo Delledonne
La relazione di Mario Pezzotti