"Nel nostro Paese non solo si sta abbassando l’età in cui le adolescenti hanno la loro prima esperienza sessuale, ma crescono anche le vendite di “pillole del giorno dopo”: 356.000 confezioni dal giugno 2006 al luglio 2007, con un incremento del 59,5 % rispetto al 2001, anno di introduzione sul mercato. Negli ultimi due anni i dati di vendita sono stati rispettivamente 277.000 e 226.000 confezioni". A fornirci questa fotogragia del nostro Paese è Franco Borruto, associato del dipartimento Materno Infantile e di Biologia-Genetica dell'ateneo che dal 22 al 25 maggio parteciperà al congresso mondiale di ginecologia dell’infanzia e adolescenza.
Professor Borruto, come ci spiega questi dati?
“I dati fanno trapelare che sempre più spesso si parla di rapporti non protetti che portano a gravidanze indesiderate e a malattie sessualmente trasmesse. Inoltre, il 55% delle donne che ha fatto ricorso alla pillola del giorno dopo è costituito da ragazze fra i 14 e i 20 anni: ciò significa che questa fascia d’età utilizza il farmaco in misura molto superiore rispetto ai trent’anni successivi. Sono dati che sanciscono il fallimento di una larga parte dell’educazione sessuale e contraccettiva che, in famiglia come a scuola, dovrebbe accompagnare la crescita dei nostri ragazzi. Le donne che utilizzano la pillola del giorno dopo sono in maggioranza under 20 (il 55 %), contro il 45 % che riguarda tutte le altre fasce d’età (dai 20 ai 50 anni), a conferma che la pillola è divenuta ormai il contraccettivo scelto dalle giovanissime, lasciate sole (come peraltro i «colleghi maschi») da genitori e scuola sul fronte dell’educazione e della prevenzione”.
Molte ragazze considerano dunque questo farmaco un contraccettivo?
Queste giovanissime ‘la considerano un contraccettivo comune’ dimenticando che un rapporto protetto è tale se protegge non solo dai figli indesiderati, ma anche dalle malattie. Inoltre aumentano pericolosamente il numero di malattie sessualmente trasmissibli tra le giovanissime, dal papilloma alla Chlamydia, divenuta ormai una patologia endemica tra under 20. A questo contribuisce il drammatico errore storico di aver parlato di contraccezione soprattutto alle femmine in questi anni, trascurando i maschi, a cui bisogna dire con forza che non usando il preservativo si mette a rischio la salute propria e della partner”.
Ci spiega il leitmotiv del convengo internazionale?
La ginecologia dell’infanzia e dell'adolescenza è un concetto del tutto recente. Adeguato ai tempi rappresenta una visione moderna funzionale della ginecologia; chi vi si dedica deve avere competenze di eccellenza su un tema che riguarda le giovani generazioni, un errore di trattamento in tale fase della vita precluderebbe ed ipotecherebbbe la salute per decadi. I temi trattati vedono le risposte alle più comuni forme di patologia che coinvolgono le bambine e le adolescenti quindi le malattie benigne della mammella molto spesso sottoposte a overtreatment, i disordini molecolari e genetici nello sviluppo delle ovaie con una sessione interamente dedicata alle cisti ovariche feto neonatali, la contraccezione ivi compresa la contraccezione di emergenza, le amenorreee, i disturbi del comportamento alimentare, le malattie sessualmente trasmissibili, i disturbi del comportamento alimentare (bulimia ed anoressia) la prevenzione del tumore del collo uterino e la vaccinazione anti hpv”.
Essere adolescenti oggi cosa significa?
I modelli adolescenziali che i media propongono sono un rischio grave per la salute delle giovanissime che trovano in rivoli discutibili di mercato della medicina risposte pericolose alle loro esigenze estetiche; dunque uso irrazionale della chirurgia estetica e utilizzo di integratori ad una alimentazione parossisticamente errata.
Che cosa si può fare?
Questo millennio vede i ginecologi affrontare in modo nuovo queste tematiche. In Italia la "pillola del giorno dopo" ha un impiego del tutto of label con vendite inspiegabili. Il problema lascia un segno inequivocabile sul fallimento delle strategie di prevenzione delle gravidanze indesiderate ed inappropriate per la giovanissima età delle involontarie possibili madri. La pillola con le ultime generazioni è sicura e deve essere utilizzata se è vero come è vero che a 13 anni il 30 % delle adolescenti ha rapporti sessuali completi non protetti. Su questa premessa la vaccinazione anti Hpv deve essere estesa a tutte le donne fino ai 45 anni di età perché il tumore del collo uterino non può essere trovato con il solo pap test.
Quale sarà invece l’argomento che riguarderà la fascia d’età dei più piccoli?
A Montpellier si parlerà dei progressi della rianimazione neonatale che consente la sopravvivenza di feti con ritardo di crescita intrauterino e neonati di basso peso. In termini di sviluppo questo ha un prezzo. Il ginecologo deve essere informato ed essere pronto a limitarne il danno.