La vita di Luigi Meneghello prima di "Libera nos a Malo". Studente modello al liceo Pigafetta di Vicenza, e dell’ateneo patavino, resistente tra gli azionisti (quelli del partito d’azione, intendiamoci) e poi via verso l’Inghilterra. E' questa la scaletta de "Le stagioni di Gigi. Lingua, dialetto e musica nella “roba” di Meneghello" lettura musicale che si terrà martedì 22 giugno alle 21 nel Chiostro di San Francesco. Appuntamento ad ingresso gratuito inserito nel calendario di UniFestival 2010, concerti-reading organizzati da università e Esu Ardsu.
Il palco della serata. Padrone della scena, colloquiale e frizzante Emilio Franzina che riesce a cucirsi addosso il doppio lavoro di storico, docente di Storia contemporanea e conoscitore-cantore di musica popolare. Alle spalle del cattedratico salirà la Piccola Bottega Baltazar.
I musicisti. Giorgio Gobbo e Marco Toffanin, assieme qui al pianista Ivan Tibolla, sono l’uno voce cantante e l’altro asse portante della Piccola Bottega Baltazar una formazione padovana di cinque elementi nata nel 2000 e giunta quindi al suo decimo anno di vita. Musica e parole, in loro, vivono in un piacevole stato di anacronismo, dove all'interesse per la canzone d'autore si intrecciano venature di musica popolare, classica e jazz.
Le stagioni di Gigi. Dal prologo che introduce alla “puerizia” di Gigi e dell’Italia fascista (1922-1926) e dai tempi, per così dire, dell’”infanzia” di entrambi (1927-1932), sempre sull’onda dei suoni e dei canti d’epoca (di cui vi è sovente il richiamo non casuale nell’opera di Meneghello), si giunge per gradi agli anni dell’adolescenza (1933-1937) e della prima giovinezza (1938-1942) in un susseguirsi di fasi e di frasi che attestano l’importanza di un ordinario apprendistato linguistico e culturale (alla “Fiori Italiani”) costretto sempre a fare i conti, però, con il dialetto natio.
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