La neonata associazione Alteritas, in un incontro alla presenza di ricercatori e giornalisti, ha illustrato il progetto che porta il suo nome, creato per valorizzare il rapporto tra i popoli nelle diverse epoche storiche. Scenario dell’incontro il Seminario vescovile di Verona. Ad illustrare il progetto la responsabile Simona Marchesini, docente di Filologia, letteratura e linguistica all’università di Verona insieme a Massimo Saracino, suo collaboratore e ricercatore nell’ateneo scaligero.
Il progetto. “Alteritas nasce dalla volontà di trovare non delle diversità bensì dei punti di comunanza tra i popoli della Terra. Una comunanza che non vuole essere solo antropologica ma anche e soprattutto culturale”, ha detto don Vicentini, responsabile della fondazione Toniolo, tra gli enti che finanziano la ricerca. Il progetto prevede l’analisi di cinque epoche storiche: pre-romana; romana; medievale; contemporanea dal punto di vista bio-demografico e contemporanea per quanto riguarda l’ambito linguistico-culturale e l’indagine riguarda diversi ambiti culturali, a partire da quello linguistico con lo studio dei diversi nuclei di scrittura, da quella pre-romana fino alle lingue odierne.
Alteritasdata. Il progetto Alteritas ha visto la creazione di un database contenente gli elementi cruciali della ricerca, che verrà continuamente aggiornato nel corso dei lavori. Si tratta di un metodo innovativo di raccolta dei dati che permette di confrontare informazioni quantitative e qualitative in tempi strettissimi, così da incrementare il lavoro scientifico grazie ad un uso assolutamente innovativo della tecnologia. A questo si aggiunge la creazione di un sito (www.alteritas.it), che i ricercatori incrementano giorno dopo giorno, con l’aggiunta di link ad altri siti, di pubblicazioni scientifiche, segnalazioni di convegni, conferenze e seminari, utili non solo a chi collabora attivamente alle ricerche ma anche un modo per coinvolgere chi non si occupa specificamente della materia.
Il fund raising. “La parte più impegnativa e sicuramente più difficile del progetto è per noi la raccolta fondi – ha spiegato Simona Marchesini -. Infatti è da quando è nata l’idea di quest’associazione, a novembre, che cerco di mettermi in contatto con comuni, province, fondazioni e persino con la regione Veneto per trovare i finanziamenti di cui il nostro progetto ha bisogno per sopravvivere”. Ad oggi, oltre all’università di Verona, di Bologna, all’università Cattolica di Milano e Brescia e alla fondazione Toniolo, sono ben pochi gli enti che hanno dato una vera disponibilità in termini economici. Ha però specificato Marchesini che molti sono i canali che potrebbero aprirsi nei prossimi mesi perché interessati a comparire in un progetto scientifico che sta dimostrando una gran voglia di crescere e migliorare.