Condividendo l'affermazione che “sulle università federate, crediamo ai progetti seri, ma siamo contrari agli annunci”, dichiarata in questi giorni da autorevole voce in relazione alle iniziative venete per la realizzazione di un modello moderno di Università, i rettori delle Università Cà Foscari e Iuav di Venezia, di Padova e di Verona hanno dato vita al primo concreto passaggio di quel percorso di rinnovamento del sistema universitario costruito e dichiarato solo lo scorso primo giugno dopo una intensa giornata di lavoro a Piazzola sul Brenta.
Il 22 giugno ha avuto luogo il programmato incontro con il Presidente della Regione Veneto, al quale è stato presentato il progetto federativo, ispirato essenzialmente su due principi fondamentali: la definitiva consapevolezza che l’Università moderna deve essere “socially embedded” – inserita nel tessuto della collettività – e il superamento del tradizionale livello di competizione tra atenei appartenenti alla stessa regione, verso un confronto dell’intero sistema regionale integrato con le maggiori realtà universitarie nazionali e internazionali. In considerazione del riconosciuto livello di alta qualità scientifica e formativa dei nostri Atenei, oltre che della loro elevata capacità amministrativa, si può essere ragionevolmente confidenti nella creazione di un sostanzioso nucleo universitario di dimensione europea. In quest’ottica l’Università diventa componente strutturale essenziale a sviluppare nella regione- ed eventualmente nell’intero Nord Est – una macroarea connotata da velocità di sviluppo fortemente concorrenziale.
La risposta del Presidente Zaia è stata ampiamente favorevole ad una convenzione che consenta l’ingresso della Regione in una Fondazione universitaria, denominata Univeneto, divenendo in tal modo parte attiva e determinante delle attività universitarie nel Veneto. Si è condivisa la priorità di intervento sul coordinamento dell’attività formativa, in particolar modo dei dottorati di ricerca, sulla necessità di un miglioramento dell’orientamento centralizzato alla scelta degli studi, punto di partenza di un percorso che deve necessariamente condurre alla valorizzazione dei laureati in attività lavorative coerenti con la loro formazione, sull'importanza di investire attraverso scelte di sistema su obiettivi scientifici di primario interesse quali le energie rinnovabili, le nano-biotecnologie, l’agro-alimentare, senza omettere la dovuta attenzione all’immenso patrimonio culturale ed artistico del Veneto.
Nei prossimi giorni si realizzerà il passo successivo di questa operazione che consisterà nella proposta di partecipazione alla fondazione a Confindustria Veneto e a Unioncamere del Veneto, i cui Presidenti hanno già dichiarato il loro interesse.
Merita di essere sottolineato un passaggio molto qualificante di questa iniziativa: se è vero che la attuale congiuntura finanziaria è un forte stimolo ad azioni di reciproco supporto nel tentativo di ridurre i costi, va chiarito che l’iniziativa del Veneto è promossa da Università che hanno tutte una situazione di totale pareggio di bilancio e che sono tra coloro che si possono permettere di investire fondi propri in ricerca e in attività discrezionali. L’iniziativa, quindi, è di significato positivo e costruttivo e mira non tanto al risparmio quanto all'ottimizzazione degli investimenti e al miglioramento di formazione, ricerca e trasferimento tecnologico, in perfetta sintonia con le raccomandazioni uscite dal VII Glion Colloqium, convention del 2009 delle migliori Università mondiali dedicata allo studio del ruolo delle Università scientifiche nella costruzione di una società globale fondata sull’innovazione. E il Veneto, con le sue Università, ha tutte le carte in regola per rispondere a quest’appello.