In cosa consiste lo spin off 'Officina biotecnologica'? Intervista a Mario Pezzotti, professore associato del dipartimento di Biotecnologie e Linda Avesani una delle responsabili dell'attività scientifica dello spin off.
Quali sono le fasi istitutive dello spin off "Officina biotecnologica"?
Officina biotecnologica è una società a responsabilità limitata, costituitasi il 17 dicembre 2008. La società nasce come spin-off dell’università di Verona. Officina biotecnologica si è costituita ai sensi del “Regolamento spin off dell’università di Verona” (D.R. n. 382-2008 del 24 giugno 2008). Gli attuali soci e le relative quote di partecipazione societaria sono indicati di seguito: a) Mauro Spagnoli (legale rappresentante di H.S. GBK s.r.l.) 60%; b) Mario Pezzotti 18%; Alberto Falorni 17%; Linda Avesani 5%.
I soci si suddividono in due categorie: a) la categoria imprenditoriale, identificata nella società GBK, che, in base al conferimento effettuato, risulta possedere la maggioranza assoluta del capitale sociale (Socio 1); b) i docenti, ricercatori ed esperti del settore di ricerca applicata delle tecnologie biomolecolari e connesse (Soci 2, 3 e 4). La società ha come sede operativa i laboratori presenti nel dipartimento di Biotecnologie dell’università di Verona.
Quali sono le attività e gli obiettivi?
La società ha per oggetto prevalente, sebbene non esclusivo, lo svolgimento di attività nel settore delle biotecnologie. In tale ambito la società svolge attività ritenute innovative e strategiche. In particolare la società si pone i seguenti obiettivi: sviluppare e commercializzare prodotti derivanti dall’utilizzo delle biotecnologie attraverso la realizzazione di metodologie e prodotti innovativi basati su piattaforme biotecnologiche. In particolare, le attività si concentreranno sulla produzione di molecole da utilizzare in ambito medico, biologico e industriale utilizzando strategie basate su tecniche bio-molecolari; sviluppare la ricerca scientifica nel settore delle biotecnologie avanzate e il trasferimento delle conoscenze scientifiche nel settore produttivo, collaborando con università, scuole pubbliche e private ed enti di ricerca pubblici e privati per promuovere l'informazione e la formazione culturale e scientifica nel campo delle biotecnologie; fornire le necessarie competenze e consulenze agli organi internazionali, nazionali, regionali e locali per l'organizzazione e il coordinamento di ogni iniziativa nei settori di interesse biotecnologico. Attualmente, l’attività principale della società è lo sviluppo di una molecola per la prevenzione del diabete autoimmune a partire da piattaforme biotecnologiche. L’attività di ricerca degli ultimi anni del gruppo proponente il progetto si è focalizzata sull’espressione di tale molecola in piante di tabacco transgeniche. La metodologia sviluppata è stata oggetto di un brevetto per invenzione industriale n. RM2008A000375 depositato l’11 Luglio 2008 dal titolo “Metodo di espressione in pianta di GAD65 e vettori di espressione relativi”. Contitolari del suddetto brevetto sono l’università di Verona e gli inventori Linda Avesani, Alberto Falorni e Mario Pezzotti. I diritti allo sfruttamento dell’invenzione con licenza esclusiva gratuita per dieci anni competono a “Officina Biotecnologica” come stipulato in appositi accordi parasociali tra i contitolari e il rappresentante legale della società. Quest'ultima si occupa prevalentemente di molecular farming, ossia l’espressione di molecole di interesse medico in planta. Negli ultimi anni il gruppo di ricercatori che fa parte della società ha sviluppato un sistema innovativo per la produzione in tabacco del maggior autoantigene associato al diabete autoimmune, la molecola GAD65. Ad oggi tale molecola è in fase di sperimentazione per il suo utilizzo come vaccino nella prevenzione del diabete autoimmune. Se tale sperimentazione dovesse avere esito positivo, la produzione della molecola sarà un punto fondamentale nelle strategie di prevenzione del diabete autoimmune su larga scala. Il sistema brevettato dalla società Officina biotecnologica è estremamente competitivo rispetto ai sistemi tradizionali in termini di maggiore sicurezza del prodotto finale e minori costi di produzione.
Come risponde lo spin off ai bisogni del territorio?
Principalmente attraverso lo sviluppo dell’attività di ricerca nel campo delle biotecnologie per la realizzazione di prodotti il cui potenziale impatto nel campo terapeutico andrebbe ben oltre l’ambito territoriale in cui lo spin-off si è sviluppato.
Quante persone vi stanno lavorando?
Attualmente lavorano per lo spin-off due persone: la dottoressa Linda Avesani, responsabile dell’attività scientifica e la dottoressa Elisa Gecchele, dottoranda di ricerca per un progetto focalizzato sulle tecniche biochimiche necessarie per lo sviluppo di un vaccino per il diabete autoimmune a partire da piante esprimenti la molecola di interesse per la prevenzione del diabete autoimmune.
Avete ricevuto riconoscimenti per le vostre scoperte?
Esperimenti condotti dal gruppo di ricerca proponente Officina biotecnologica dimostrano che è possibile, utilizzando piante transgeniche, produrre tale molecola a costi molto più competitivi rispetto al sistema convenzionale. Il nuovo processo produttivo, altamente all’avanguardia, è il frutto di lunghi anni di ricerca da parte di un team di giovani biotecnologi e presenta dei connotati scientifici sorprendenti.
Tale processo si basa sull’utilizzo di una forma enzimaticamente inattiva della molecola, hGAD65mut, e permette di produrre piante transgeniche esprimenti alti livelli della proteina ricombinante. I livelli di espressione ottenuti in questi esperimenti hanno permesso la pianificazione di studi immunologici per la prevenzione del diabete autoimmune in un modello animale della malattia. Il sistema di espressione basato su piante transgeniche esprimenti la proteina, presenta il vantaggio di diminuire i costi di produzione della molecola rispetto al sistema convenzionale. Le piante, inoltre, rappresentano una fonte sicura per la produzione di molecole di interesse medico perché non vengono attaccate dai patogeni umani e da endotossine. L’originalità della scoperta, quindi, sta non tanto nel prodotto, già presente sul mercato, bensì nell'innovatività legata alla sua produzione. Tale metodo è oggetto di un brevetto depositato attualmente dal team di ricercatori e dall'università di Verona in Italia, e che, a partire dal prossimo anno, sarà esteso all’Europa e agli Stati Uniti. Officina biotecnologica intende produrre il quantitativo di GAD65 necessario per coprire l’intero fabbisogno mondiale di molecola che si aggira intorno a 30 grammi di GAD65 annui, quantitativo che, una volta prodotto, sicuramente si riuscirà anche a commercializzare, in quanto la GAD65, se la fase di sperimentazione si concluderà positivamente, diventerà una molecola essenziale per la cura del diabete umano; il prezzo di vendita, correlato a costi di produzione che rispetto agli attuali competitors è esiguo, sarà altamente competitivo.
Quali sono le maggiori difficoltà che riscontrate?
Le maggiori difficoltà che si riscontarono riguardano il reperimento di fondi per portare avanti lo sviluppo pre-industriale del prodotto che Officina biotecnologica ha realizzato in questi anni.
Quali invece le principali soddisfazioni?
Le principali soddisfazioni riguardano i riconoscimenti che l’attività di ricerca di Officina biotecnologica continua a ricevere sia a livello nazionale che internazionale, attraverso pubblicazioni su prestigiose riviste internazionali e presentazioni a congressi nazionali e internazionali dei risultati fino ad ora raggiunti.