La programmazione e il controllo negli Atenei. Un tema centrale oggi più che mai in cui leggi, riforme e interventi governativi impongono sempre più una particolare attenzione all’efficienza, all’efficacia e all’economicità del sistema universitario. Di questo si è discusso nei giorni scorsi al Polo Zanotto in occasione di un incontro promosso dal Comitato interregionale Codau al quale hanno partecipato i direttori amministrativi e il personale delle principali Università del nord Italia.
Gli interventi. Nel corso del dibattito, dopo i saluti del Rettore Alessandro Mazzucco e del direttore amministrativo dell’ateneo scaligero Antonio Salvini, si è dibattuto del futuro dell’Università e dei nuovi strumenti amministrativi che possono supportare lo sviluppo dell’intero sistema. Giovanni Azzone del Politecnico di Milano, ha parlato di “sistema di programmazione e di controllo in ateneo – le scelte progettuali”, Enrico Brighi del Cineca ha illustrato “il sistema informativo di supporto”, Emma Verasio dell’Università di Pavia è intervenuta sul tema della logica dell’activity based costing, Bettina Campedelli dell’Università di Verona ha parlato del “Cruscotto direzionale”. A chiudere il ciclo di interventiVilma Garino dell’Università di Torino con “la programmazione finanziaria triennale”.
Pianificazione. È questa la parola d’ordine al centro della giornata di lavori. Il dibattito sviluppatosi negli ultimi anni ha condotto ad elaborare nuove metodologie di misura delle prestazioni e del controllo di gestione. Gli strumenti della pianificazione strategica sono consolidati, anche dal punto di vista della metodologia scientifica, con tecniche ben definite che devono però essere modellate sulla base delle caratteristiche del contesto. Nel corso dell’incontro sono stati illustrati alcuni strumenti comuni, che possono però ben adattarsi alle esigenze di ciascun ateneo iniziando dall'identificazione delle singole peculiarità e identità.
Il cruscotto direzionale.Tra i vari strumenti, il Prorettore Bettina Campedelli, ordinario di Economia aziendale, ha illustrato quello applicato all’ateneo scaligero, chiamato “cruscotto direzionale”. Si tratta di un prototipo che fornisce delle informazioni attraverso un approccio di tipo tecnico. “L’obiettivo è quello di dotare i soggetti decisori di misure di performance utili all’assunzione di scelte di governo ed alla valutazione dei risultati conseguiti – ha spiegato la professoressa Campedelli – il vantaggio di questo sistema sta nel fatto di essere sempre aggiornabile, in funzione delle esigenze del momento. Partendo dal catalogo del nostro ateneo che ha più di 100 indicatori, ora è possibile fare analisi trasversali, tra settori anche diversi. Se, ad esempio, prendiamo come prospettiva di analisi la didattica, i profili di misurazione potranno essere i caratteri degli studenti, la sostenibilità dell’offerta formativa, l’internazionalizzazione, risultati e conformità dei processi formativi”.
Quale futuro per l’Università.In conclusione, dunque emersa la necessità che le università, essendo tra le più antiche istituzioni sopravvissute nei secoli, con organizzazioni complesse che affondano le proprie radici nella tradizione, nella storia, ma con lo sguardo proiettato al futuro, posseggano un’adeguata strumentazione per poter decidere, organizzare e prevedere quello che succederà fra qualche anno.