L’ateneo si prepara a celebrare uno dei suoi momenti più importanti che sottolinea l’attenzione che l’Università di Verona dedica alla ricerca.
Mercoledì 6 ottobre alle 15.30 nell’aula magna del Polo Zanotto si terrà la proclamazione dei Dottori di Ricerca dell’anno 2010. A ricevere il diploma dal Rettore Alessandro Mazzucco saranno quest'anno 152 giovani ricercatori, numero significativo che rappresenta una risorsa importante non solo per l’ateneo ma anche per le ricadute in termini di promozione dello sviluppo economico e sociale.
All'evento parteciperà un ospite d’eccezione,il professor Giulio Giorello ordinario di Filosofia della scienza all’Università degli Studi di Milano e notissima firma del giornalismo scientifico. Il professor Giorello proporrà la lectio magistralis “Libertà di ricerca e libertà del sapere”.
Giorello, nato a Milano nel 1945, laureato in Filosofia e in Matematica, discepolo di Ludovico Geymonat, ha diviso i suoi interessi tra lo studio della critica e crescita della conoscenza con particolare riferimento alle discipline fisico-matematiche e l'analisi dei vari modelli di convivenza politica; dalle sue prime ricerche in filosofia e storia della matematica, i suoi interessi si sono poi estesi alle tematiche del cambiamento scientifico e delle relazioni tra scienza, etica e politica.
Dopo essersi occupato delle dispute novecentesche sulla metodologia della ricerca scientifica e della storia delle matematiche (Lo spettro e il libertino), ha curato con Marco Mondadori l'edizione italiana del Saggio Sulla libertà di John Stuart Mill (1981), avviando in Italia una rinascita teorico-politica degli studi sul pensatore inglese.
L’ultimo recentissimo lavoro di Giorello, nelle librerie da poche settimane, si intitola “Senza Dio. Del buon uso dell' ateismo edito da Longanesi. Senza negare dogmaticamente l'assenza dell'Assoluto, per l’autore si tratta di definire un metodo aperto a sperimentazione e libertà che non dipenda dall’esistenza di Dio e da un’opzione religiosa. Noto per la sua prospettiva laica e per aver partecipato alla Cattedra dei non credenti istituita a suo tempo a Milano dal cardinale Carlo Maria Martini, Giorello non cerca di demolire l'idea di Dio, ma ricorda come essa sia viva nell'uomo, nella sua molteplicità di forme e significati, da quando egli è apparso sulla terra. Non si tratta dunque di fare una “professione di fede” ateistica, ma di proporre a credenti e non credenti un cammino di scoperta delle convinzioni proprie ed altrui. Un percorso in cui si può essere guidati da pensatori atei come Sade o Feuerbach, ma anche da spiriti profondamente religiosi come Pascal o Kierkegaard. Si tratta comunque di una strada verso la libertà.