Una ricerca per analizzare il tema della coesione sociale che lega i veronesi tra loro e con la società nel suo complesso. Verrà presentata venerdì 5 novembre, a partire dalle 10, al Polo Zanotto dell’Università di Verona durante un convegno di valenza nazionale dal titolo “Forme e contenuti delle reti di sostegno: il capitale sociale a Verona”.
Il convegno è organizzato in occasione della pubblicazione del recente volume edito da Franco Angeli di Paola Di Nicola, Sandro Stanzani e Luigi Tronca docenti del dipartimento di Arte, Archeologia, Storia e Società dell’ateneo scaligero. La pubblicazione contiene i risultati dell’indagine Prin 2005-2007 svolta dall’unità di ricerca di Verona e coordinata da Paola Di Nicola, nell’ambito del progetto nazionale “Terzo settore, mondi vitali e capitale sociale in Italia”, coordinato da Pierpaolo Donati dell’Università degli Studi di Bologna).
Il convegno. La giornata si divide in due sessioni. Al mattino si parlerà delle prospettive teoriche e di ricerca dello studio del capitale sociale. Dopo i saluti del preside della facoltà di Scienze della Formazione Mario Longo e del direttore del dipartimento di Arte, Archeologia, Storia e Società, la parola andrà ai curatori dell’indagine Paola Di Nicola, Sandro Stanzani e Luigi Tronca. Seguirà un dibattito con Adriana Cavarero, Ivo Colozzi, Daniele Marini e Silvio Scanagatta. Nel pomeriggio, dalle 15, si affronterà il tema sotto il profilo politico e sociale con gli interventi di Vito Giacino vicesindaco del Comune di Verona, Leonida Tedoldi docente dell’ateneo scaligero, Silvia Bonomelli dell’Ordine degli Assistenti Sociali del Veneto), Giuliano Ceschi direttore di Caritas Diocesana Veronese, Lucio Garonzi direttore del Centro Servizi per il Volontariato di Verona, Ciro Maschio Consigliere Comunale Capogruppo – Rappresentante dell'Assessorato ai Servizi Sociali e alla Famiglia del Comune di Verona.
La ricerca. Il fine della ricerca è stato quello di determinare quale è il capitale sociale dei veronesi e determinare cosa circola realmente all’interno dei rapporti sociali e, se servono, come si manifestano concretamente gli aiuti. Al riguardo emerge un dato sorprendente rispetto al sostegno morale e psicologico: le cerchie meno affidabili sono quella familiare (92%) e, soprattutto, quella di vicinato (88,5%). Sono invece più utili per i veronesi nel fornire sostegno morale e psicologico le relazioni con i colleghi di lavoro e con gli amici (in entrambi i casi: 94,1%) e, soprattutto, quelle con coloro che si frequentano all’interno dei contesti associativi (94,4%).
Le risorse materiali rappresentano il secondo genere di risorsa più diffusa a Verona. Mediamente, infatti, il 92,3% dei membri delle reti di sostegno fornisce aiuti in termini di denaro, beni, tempo, informazioni, etc. La cerchia più affidabile è, in questo caso, quella familiare (95,1%), seguita da quelle degli amici (91,9%), dei colleghi di lavoro (82,4%), degli associati (80%) e, infine, dei vicini di casa (77%). In misura meno rilevante, ma comunque degna di nota, i veronesi si scambiano aiuti in termini di contatti e conoscenze interpersonali: mediamente, il 66,3% delle relazioni di sostegno veicola questo tipo di aiuto. Fanalino di coda sono gli aiuti in termini di reputazione e credenziali sociali, volgarmente definiti “raccomandazioni”, presenti solo, in media, nel 54,1% delle relazioni di sostegno.
È da sottolineare, ancora una volta, il ruolo di assoluto rilievo giocato dalle associazioni: sono infatti questi i contesti in cui si creano le reti di sostegno più affidabili (57,7%). Ai veronesi, in definitiva, converrebbe entrare all’interno almeno di un’organizzazione di terzo settore, poiché è in questi contesti che la maggior parte degli aiuti circola con maggior facilità.
La ricerca analizza poi indicatori di integrazione sociale più ampia, come l’identità territoriale, il senso di sicurezza percepito, la fiducia sociale, il senso civico, la lettura dei quotidiani e l’uso di internet. Agli intervistati è stato chiesto se si sentono, soprattutto: veronesi, veneti, padani, italiani o cittadini europei. Ebbene, quasi un veronese su due (46,8%) si considera soprattutto italiano. Questo dato è molto rilevante e pone in rilievo il senso di appartenenza in primo luogo nazionale dei veronesi. Coloro che non si sentono soprattutto italiani optano in primis per l’alternativa localistica: il 29,7% dei rispondenti si sente infatti soprattutto veronese. Pure interessante è la quota degli intervistati che si considerano cittadini europei, pari al 12,2%. Il 9,6% dei rispondenti si considera soprattutto veneto. Non rilevante dal punto di vista statistico è invece l’identità territoriale padana, che è sentita come propria dall’1,7% dei veronesi.
Per quanto concerne la sicurezza percepita, agli intervistati è stato chiesto di indicare in che misura si sentano sicuri nella zona in cui vivono. La situazione che emerge per il campione di veronesi non è particolarmente positiva, soprattutto se la si pone in relazione con quella nazionale e in particolare con quella del Nord-est. Da una indagine che gli autori hanno svolto su un campione nazionale di individui emerge, infatti, che il 14,1% degli italiani e solo il 9,5% dei residenti nel Nord-est si sente poco o per nulla sicuro, contro il 17,1% dei veronesi. Il campione di italiani si considera molto o completamente sicuro nel 35,5% dei casi e quello di residenti nel Nord-est addirittura nel 40,1%: i veronesi intervistati si sentono invece molto o completamente sicuri solo nel 22,0% dei casi.
Sempre rispetto alla sicurezza percepita, Verona emerge da questa indagine come una città divisa in due, con un centro, a vocazione residenziale, commerciale e turistica, che consente di registrare livelli di sicurezza simili ai valori nazionali e propri del nord-est del Paese ed una periferia percepita come meno sicura.
Infine due indicatori diretti della tendenza degli individui a connettersi con la comunità sociale più ampia (dimensione politica della società, opinione pubblica, etc.): la lettura dei quotidiani e l’uso di internet nel tempo libero. Stando alla ricerca, i veronesi leggono di più i quotidiani e usano maggiormente internet nel tempo libero, rispetto agli intervistati residenti nel territorio nazionale e nel Nord-est. Mediamente, i veronesi intervistati leggono un quotidiano più di quattro giorni alla settimana (4,22), superando la media nazionale (3,22) e quella del Nord-est (3,54). Internet è utilizzato dai veronesi – non per lavoro – mediamente tre giorni alla settimana (2,98): la media nazionale (2,16) e quella del Nord-est (2,18) appaiono nuovamente più basse.