Da giovedì 11 a sabato 13 novembre l’università di Verona ospiterà il convegno internazionale Lexis. Abbiamo fatto il punto con Roberta Facchinetti, ordinario di Lingua e traduzione inglese dell’ateneo e coordinatrice dell’evento.
Che cos’è Lexis – The study of lexicon across cultural identities and textual genres?
Si tratta di un convegno internazionale sul Lessico in prospettiva socio-linguistica ed interculturale. Il Lessico è infatti inteso non solo come espressione linguistica dell’identità di un popolo ma anche e soprattutto come mezzo principe atto a travalicare i confini nazionali ed a cogliere, tramite i generi testuali nei quali si realizza, ciò che accomuna gli utenti della lingua, al di là dunque dell’etnia e della lingua che qualifica ciascuno di loro. Un centinaio di relatori provenienti da ogni parte del mondo interverranno al convegno, spaziando dal rapporto tra ‘lessico e cultura’ europea da un lato e le interrelazioni con i dizionari pubblicati in contesto extra-europeo; dai dizionari e glossari monolingue ai glossari plurilingue; dall’insegnamento del lessico alla storia dei dizionari e delle grammatiche; dall’uso retorico-politico dei termini al ‘lessico specialistico’ negli ambiti di legge, sport, medicina, biologia, turismo, economia, media e astronomia, per citare solo alcuni tra i più affrontati al convegno.
A chi è rivolto questo incontro?
Questa ‘tre-giorni’ internazionale è rivolta a studiosi del settore – quindi lessicografi e lessicologi – e a chiunque sia interessato a comprendere ed approfondire le straordinarie potenzialità del lessico in prospettiva interdisciplinare e interculturale. Sono particolarmente invitati a partecipare i docenti e gli studenti universitari di tutte le facoltà del nostro ateneo, oltre che gli insegnanti di ogni ordine e grado, perché, come si può leggere nel programma in rete (http://fermi.univr.it/lexis/) il convegno tocca parecchi ambiti scientifici. Le lingue di riferimento saranno in primo luogo l’inglese ed il francese, nel cui contesto fioriscono da tempo numerosi studi lessicografici e lessicologici; la centralità della prospettiva interculturale permette inoltre di aprire fronti di analisi e interrelazioni con numerose altre lingue e culture europee e non europee, occidentali ed orientali, antiche e moderne. A titolo di esempio verranno analizzati il lessico delle comunità Amish multilingue, i dizionari giapponesi e la loro influenza su quelli occidentali in prospettiva sociolinguistica, oltre che il lessico sportivo plurilingue nell’era dei Blog di Twitter, e Myspace.
In cosa consiste lo studio del lessico?
Lo studio del lessico ha una doppia valenza: lessicografica e lessicologica. La prima si riferisce alla compilazione di dizionari, siano essi monolingue, bilingue, multilingue, generali o specialistici, a stampa o in formato elettronico. La seconda si riferisce allo studio di tali dizionari e delle loro tecniche di compilazione, con particolare riferimento alla teoria e storia della lessicografia, alla terminologia e terminografia, così come alla lessicografia computazionale. In entrambe le valenze, oggi più che mai lo studioso non può esimersi dall’affrontare l’aspetto dell’interculturalità ed il ruolo che il lessico ha soprattutto in riferimento all’incontro e reciproco arricchimento tra lingue e culture diverse. Ecco dunque che nel convegno verranno illustrati studi che analizzano i punti di incontro tra lessici e dizionari in riferimento alla traduzione giuridica nelle diverse lingue dell’Unione europea, il rapporto tra lessico e mondo cinematografico in Occidente e in Oriente, ed i punti di incontro culturale che emergono tra dizionari e glossari bilingue e plurilingue quali inglese-francese-russo, inglese-svedese-greco e ancora inglese-pakistano.
Com’è possibile studiare il lessico in una prospettiva culturale e interculturale?
Ogni termine è il risultato di numerose stratificazioni derivanti da cambiamenti interni alla lingua stessa ed esterni ad essa, cioè di carattere sociale, storico, politico e culturale. Per questo motivo il lessico nelle sue molteplici realizzazioni è la chiave di comprensione dell’identità socio-culturale di un popolo e delle innumerevoli possibilità di trovare punti di raccordo e di dialogo tra i popoli. Ciò si attua in modo particolare attraverso l’uso del lessico nei diversi generi testuali. Per fare un esempio, il linguaggio dei media e quello giornalistico in particolare, pur rispettando le specificità culturali dei singoli ambiti socio-politico-geografico nei quali trova quotidianamente espressione, possiede anche delle specificità di genere che travalicano tali identità culturali e accomunano diversi ‘mondi’ all’interno del medesimo schema strutturale, retorico e discorsivo. Il lessico è il primo gradino che porta a questa comunanza. Comprendere questo significa comprendere quanto il lessico si ponga come ponte di dialogo e di incontro tra culture diverse.
Gli ospiti internazionali che interverranno?
In primo luogo due ospiti d’eccezione terranno le cosiddette relazioni “plenarie”, volte a fornire una visione globale dell’argomento del convegno; Geoffrey Williams, presidente dell’associazione internazionale di Lessicografia Euralex, si occuperà dell’identità culturale così come emerge dall’analisi di banche dati terminologiche, cosiddette ‘corpora’, in formato digitalizzato. Jean Pruvost, direttore del Cnrs laboratory lexique dictionnaires informatique e di Dictionnaire bordas, si concentrerà sulla lessicografia francese con particolare attenzione alla situazione attuale ed alle prospettive future in contesto europeo ed extra europeo. A loro farà seguito un centinaio di interventi distribuiti in tre diverse sessioni parallele lungo tutti i tre giorni del convegno, per permettere al maggior numero possibile di relatori di presentare i risultati delle loro ricerche. Si tratta di relatori provenienti da ogni parte del mondo, tanto che il comitato organizzativo negli ultimi mesi è stato in contatto con numerosi consolati per la partecipazione al convegno di cittadini extraeuropei. Vista questa grande partecipazione, in un certo qual modo, si potrebbe dire, dunque, che ancor prima ancora di iniziare, il convegno ha in parte già raggiunto uno dei suoi scopi: favorire il dialogo tra popoli ed il reciproco arricchimento interculturale.