"Sentire e condividere: componenti psicologiche e correlati biologici dell'empatia" è questo il titolo del libro che Anna Maria Meneghini, docente di Psicolgia dinamica dell'Università di Verona, ha presentato all'interno della rassegna di incontri con l'autore "Io scrivo tu mi leggi". Ad introdurre Luigina Mortari, direttrice del dipartimento di Filosofia, pedagogia e psicologia e Laura Cunico, docente di Infermieristica al dipartimento di Sanità Pubblica e Medicina di Comunità.
Le componenti dell'empatia. L'empatia è un fenomeno che ha sia delle componenti affettive che cognitive. Come ha detto Anna Maria Meneghini, l'autrice del testo "Sentire e condividere: componenti psicologiche e correlati biologici dell'empatia", l'empatia nasce come un fenomeno prevalentemente affettivo, diventa cognitivo e poi multidisciplinare nel senso che comprende entrambi gli approcci. "L'aspetto affettivo avviene temporalmente prima del fenomeno cognitivo perché l'emozione dell'altro, per essere colta, non ha bisogno di passare attraverso sentieri cognitivi – ha spiegato Meneghini -. Dal punto di vista della persona che vive il processo empatico però, l'aspetto affettivo e quello cognitivo vengono percepiti come un tutt'uno."
L'empatia nasce nella condivisione. L'empatia dovrebbe scattare quando si incontrano gli altri. Gli esseri umani hanno la caratteristica di essere imprevedibili mentre le relazioni dipendono dal grado di prevedibilità. L'empatia è uno degli aspetti che possono aiutare a mettersi nei panni degli altri per riuscire a capire e prevedere come l'altro entrerà nella relazione. Con le persone che vengono percepite come più vicine, simili a noi, si empatizza più facilmente. "La capacità di riconoscere le emozioni delle persone è il prerequisito per il realizzarsi del processo empatico – ha spiegato Luigina Mortari -. L'empatia consiste nel cogliere i sentimenti dell'altro nel senso di sentirlo dentro di me. L'operazione del lasciar entrare dentro di sé un'altra persona svuotando il troppo di noi, significa mettersi in una posizione secondaria che consente di lasciare posto al nuovo."
Il ruolo dell'empatia nella pratica clinica e nella cura. "La persona empatica comprende, accoglie, condivide e partecipa alle emozioni dell'altro – ha detto Laura Cunico -. Si tratta di una sorta di concordanza affettiva con i sentimenti dell'altro, soprattutto quando questo si trova in difficoltà. Ma bisogna stare attenti a non confondere l'empatia con altri sentimenti come pietà, simpatia, compassione". Come ha ricordato Cunico, recenti studi hanno dimostrato che "se le cure alle quali viene sottoposto il paziente si rivelano inefficaci, l'osservatore prova maggiore dolore e disagio". Per preservare l'operatore da queste "emozioni che travolgono" entrano in gioco gli aspetti cognitivi della relazione empatica. "Sono dei meccanismi regolatori che subentrano anche sulla base dell'esperienza, e quindi in maniera automatica, e dell'educazione, per aggiustare i costi dell'empatia" ha concluso Cunico.