“San Giacomo: una lunga storia di cure” è questo il titolo della mostra fotografica che si terrà dal 22 novembre al 29 gennaio al piano terra della lente didattica in Borgo Roma. La mostra è stata inaugurata nell’aula De Sandre del Policlinico alla presenza del Rettore Alessandro Mazzucco, del preside della facoltà di Medicina e Chirurgia Michele Tansella, dell’assessore alla Cultura del Comune Erminia Perbellini e del direttore sanitario dell'Azienda ospedaliero universitaria integrata Pier Paolo Benetollo. Presenti inoltre Gian Maria Varanini del dipartimento di Arte, Archeologia Storia e Società, Renato Fianco della biblioteca Meneghetti, l’architetto Giovanni Castiglioni e Gabriele Ren del Comune di Verona.
La storia dell’area di San Giacomo. La mostra, a cura di Giacomo Albertini, Renato Fianco e Lucia Convertino, si inserisce nel progetto di recupero dell’archivio storico della psichiatria veronese che da alcuni anni è impegnato nella salvaguardia di tutto il patrimonio scientifico, storico e artistico legato alle vicende del manicomio di San Giacomo. Si tratta di un interessante percorso storico attraverso fotografie, mappe e documenti che ricostruiscono la storia delle strutture assistenziali dell’area di San giacomo, dall’antico ospedale per i lebbrosi al manicomio provinciale, fino alla costruzione dell’attuale Policlinico. Ancora oggi, nell’area San Giacomo, sono presenti delle tracce che segnano una continuità in questo percorso testimoniato dalla mostra: la palazzina di Psicologia Medica, alcune strutture del parco, ma soprattutto l’ingresso all’ex manicomio situato in via San Giacomo e la Chiesetta dei santi Giacomo e Lazzaro, che necessita di una ristrutturazione, per salvare e restituire alla memoria collettiva il simbolo di questa lunga storia di cure.
L’esposizione. L’esposizione sarà aperta fino al 29 gennaio dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 18.30. Saranno esposte delle mappe che rappresentano la parte più antica dell’area di San Giacomo, fotografie fornite dall'Archivio storico della psichiatria veronese e alcuni scatti di John Phillips relative all'ospedale psichiatrico di San Giacomo tra gli anni Cinquanta e Settanta; saranno presenti anche alcune foto della costruzione e dell'inaugurazione dell’attuale Policlinico. Le immagini saranno presentate su 13 pannelli, tutti accompagnati da una breve introduzione storica.
L’Archivio storico della psichiatria veronese. L’archivio, costituito nel 2006, si propone di salvare dalla dispersione una documentazione di altissimo interesse, composta da cartelle cliniche, testi e materiale cartaceo di vario genere proveniente dall’ex manicomio provinciale di San Giacomo. Si tratta di una documentazione raccolta in varie sedi che ora è messa a disposizione degli studiosi, e offre la possibilità di ricostruire lo spaccato sociale e scientifico della situazione manicomiale nella provincia prima dell’avvento del nuovo approccio psichiatrico alla malattia mentale che portò alla chiusura dei manicomi. Con la chiusura del Manicomio di San Giacomo, infatti, gran parte del materiale storico e archivistico è andato inesorabilmente disperso, in particolare gli arredi, gli strumenti diagnostici, le fotografie, i mezzi di contenzione, gli strumenti di lavoro destinati all’ergoterapia, numerosi volumi della biblioteca. I pochi edifici rimasti sono stati in parte ristrutturati, in parte si trovano in uno stato di avanzato degrado. Molte iniziative e progetti potrebbero emergere dal fatto di aver centralizzato in un'unica sede la documentazione sulla storia manicomiale veronese. Insomma l’Archivio storico dovrebbe diventare, anche attraverso il coinvolgimento di studiosi e ricercatori interessati, un punto di incontro e di iniziativa sul tema della storia manicomiale, ma anche, più in generale, della storia della psichiatria nella provincia di Verona. Oltre alla necessità di superare la dispersione degli archivi, unificandoli in un’unica sede, c’era un altro aspetto che stava alla base del progetto di costituzione dell’archivio: quello di garantire che nel luogo dove tante vite e tante sventure si sono intrecciate, dove tanti medici e infermieri hanno speso una vita di lavoro rimanesse un segno evidente e consapevole che testimoniasse il valore di questa memoria. Per questo è importante che l’archivio sia nell’area dove c’era San Giacomo, anzi proprio in una palazzina che fin dai primi anni del ‘900 accoglieva i pazienti dell’osservazione maschile. In questo modo si comincia a mantenere viva la memoria di quella che è stata una piccola città, allora circondata dalle mura (costruite, tra l’altro dagli stessi pazienti) e dai campi della colonia agricola, lontana da Verona, ma sempre presente nella sua storia, nonostante gli inevitabili tentativi di rimozione che la “follia” ha, da sempre, stimolato.