Un nuovo anno accademico e un auspicio, quello di valorizzare il ruolo primario della formazione universitaria nella società. Un’analisi della situazione attuale ma anche uno sguardo al futuro. “Con la riforma universitaria si apre una nuova fase che inciderà profondamente e a lungo sul futuro dell’università e perciò anche sul futuro del paese”. Ha aperto così la cerimonia d’inaugurazione il Rettore dell’università di Verona, Alessandro Mazzucco. Sono intervenuti alla cerimonia la neo-presidente del Consiglio degli studenti Giulia De Guidi, il presidente del Consiglio Comunale Pier Alfonso Fratta Pasini, il prefetto Perla Stancari e il sindaco di Verona Flavio Tosi. Al termine della cerimonia, il Rettore ha consegnato i diplomi di emeriti ai professori Gianfranco Bosio, già ordinario di storia della Filosofia della Facoltà di Lettere e Filosofia, Giuseppe Bruni, già ordinario di Economia Aziendale della Facoltà di Economia, Roberto Corrocher, già ordinario di Medicina Interna della Facoltà di Medicina e Chirurgia e il diploma di onorario al professor Umberto Regina, già ordinario di Filosofia morale della Facoltà di Lettere e Filosofia.
Un grande Ateneo. “Voglio ribadire l’orgoglio per la nostra università, che è una grande università, non solo per i numeri, importanti, ma soprattutto per la qualità della ricerca – ha esordito Flavio Tosi-.” L’ateneo scaligero vanta infatti 23 mila iscritti e si conferma al terzo posto tra i migliori atenei italiani per didattica, ricerca scientifica, strutture e scambi internazionali, secondo un recente rapporto del Censis. La grande forza dell’ateneo, secondo il sindaco, consiste nella sua apertura verso l’esterno, verso il mondo lavorativo ed economico, verso la comunità stessa. Caratteristiche che hanno portato nel tempo, a imporsi nel settore della ricerca scientifica. “Una ricerca sotto finanziata ma resa possibile dalla corretta gestione di questa amministrazione” ha detto Tosi. Uno sguardo sulla riforma, dal punto di vista degli studenti, è stato fornito da Giulia De Guidi. “Questa riforma è un processo appena iniziato, ma è un’opportunità di rilancio per l’università – ha detto De Guidi-. La revisione dello Statuto dell’università, determinerà il futuro dell’Ateneo, a favore degli studenti”. De Guidi ha poi concluso la sua relazione presentando al Sindaco alcune richieste e proposte concrete per risolvere il problema dei trasporti che ogni giorno pesano sugli studenti pendolari.
La lectio magistralis. Che cosa ci rende umani? Perché ogni persona è unica? “La nostra unicità come specie dipende dal cervello e dalla cultura umana – ha risposto Giovanni Berlucchi, relatore della Lectio magistralis “Università, ricerca e neuroscienze come ponte fra la cultura scientifica e quella umanistica”-. L’organizzazione intima del cervello lo rende al contempo artefice e oggetto della storia della cultura umana”. Nel corso del suo intervento Berlucchi ha parlato delle scoperte neuro scientifiche più recenti, e ha delineato la capacità di immaginare e di comunicare tramite l’attività cerebrale con l’esterno delle persone in stato vegetativo non permanente.
I Quaderni. Pier Alfonso Fratta Pasini, ha ricordato il protocollo d’intesa siglato con l’università il 23 febbraio 2009, in occasione dei 50 anni dell’Ateneo veronese. “Si tratta di un progetto che ci consentirà di decollare, in quanto il futuro inizia dall’università” ha affermato Fratta Pasini. Durante il suo intervento ha presentato anche il nuovo volume della collana “I Quaderni”, che racconta la storia dell’università scaligera dal punto di vista di alcuni personaggi importanti del nostro tempo.
Una questione di sinergia. Università come punto di riferimento per interpretare le esigenze del mondo circostante. Il cuore della nostra società. È questa la metafora che più si addice all’università secondo il prefetto Perla Stancari.L’Università di Verona viene scelta da un numero sempre più crescente di giovani. Il motivo di tale risultato è da attribuire al valore della laurea conseguita a Verona che proietta i giovani nel mondo del lavoro. Secondo il rapporto Almalaurea 2010, a un anno dal temine del ciclo di studi, hanno un lavoro il 69.1% dei laureati di primo livello e l’82.9% dei laureati di laurea specialistica. Dati superiori alla media nazionale che si attesta al 49.6% per i laureati di primo livello e al 73.8% per i laureati. Fondamentale è la collaborazione tra università e territorio. “L’università deve essere in grado di creare sinergie con il mondo produttivo, per cercare di sostenere l’economia, e con le Pubbliche amministrazioni, per innovarle” ha detto Stancari. “L’innovazione consiste nello scambio con la realtà internazionale e passa attraverso una formazione di qualità. Abbiate fiducia” ha concluso Stancari.