Giulio Casati, premiato all’Accademia dei Lincei da Giorgio Napolitan,o ha portato le sue scoperte ad Infinitamente al museo civico di Storia naturale, cercando di far comprendere la difficile definizione di caos e la possibilità che esso sia associato ad avvenimenti ordinati. L’incontro è stato coordinato da Alessandro Azzoni, giornalista de L’Arena di Verona.
Giulio Casati. Afferente alla facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali, sede di Como, e al dipartimento di Fisica e matematica dell’Università degli studi dell’Insubria, il professor Casati è un’autorità a livello mondiale nello studio del caos deterministico classico e quantistico. La teoria del caos deterministico, relativa al campo della fisica e della matematica, ha, in realtà, infinite possibilità di applicazione in tutti gli ambiti della vita: dalla psicologia alle scienze sociali, all’economia, alla medicina e così via.
Il mondo è ordinato o caos? Casati ha messo a disposizione dei convenuti molte slides esplicative, per rendere più fluido il difficile argomento. “Il caos è associato ad avvenimento disordinati e incontrollati – ha affermato il relatore – questa è una tradizione antichissima che ha radici nel mondo primitivo. Ma il mondo, ormai da Galileo e Nowton, lo si sa che è ordinato, e lo si spiega con il caos determinismo e queste sembra essere totalmente in contraddizione, ma si è capito che il caos è strutturalmente stabile”. Davanti a facce allibite, con piccoli passi, Casati ha illuminato i presenti spiegando che l’ordine in verità è strutturalmente instabile e che la teoria del caos è stata da poco rivalutata e applicata a tutto, dall’economia alla psicologia. Ad aggiungere un po’ di sale alla sua teoria Casati ha affermato che se i fenomeni non fossero caotici non si potrebbero fare previsioni.
Numeri da capogiro. Casati ha dato un numero che ha dell’incredibile: è attorno 64% la percentuale di analfabetismo scientifico in Italia. “Questo deve far riflettere – ha commentato il relatore – nella vita di una persona debbono integrarsi l’aspetto scientifico e quello culturale. E pensare che negli Stati Uniti è esattamente il contrario, solo che la si sta cercando di correggere il gap. Il conflitto tra culture non va bene, in Italia si dovrebbe lavorare per un nuovo umanesimo scientifico e trovare dei contrappesi. Bisogna spingere, infine, per togliere questa divisione”.