Marco Tanzi, docente dell’Università del Salento, e Paola Artoni, funzionario tecnico responsabile del Laniac (Laboratorio di Analisi non Invasiva per l’Arte Antica, Moderna e Contemporanea) dell’ateneo di Verona, in occasione del festival Infinitamente hanno partecipato all'incontro “Pentimento d’autore”. L’evento ed i relatori sono stati introdotti da Loredana Olivato, docente dell'ateneo scaligero.
Il pentimento d’autore. “Il pentimento d’autore – spiega Olivato – si può manifestare in diversi modi: quando l’artista, nel corso della sua vita, cambia più volte stile oppure quando, durante la creazione di un’opera, decide di modificarne alcuni dettagli”.
Il pentimento ed il cambiamento di stile. Tanzi guida il pubblico nella comprensione della prima accezione del termine attraverso un viaggio tra le opere di Filippo da Verona. “Le opere e lo stile di Filippo da Verona – afferma Tanzi – cambiano in modo così evidente, che i suoi quadri sembrano eseguiti da pittori diversi. Per anni – aggiunge – si è addirittura pensato che esistessero due Filippi da Verona omonimi”. Attraverso l’osservazione delle sue opere, Marco Tanzi ci porta, però, a scoprirne i tratti comuni, convincendoci dell’unicità di questo grande artista che, per pentimento d’autore, ha cambiato più volte stile.
Il pentimento nascosto in un’opera d’arte. “Oggi è possibile studiare scientificamente i dipinti con metodi non invasivi – spiega Artoni – per svelare ripensamenti dell’autore nascosti nelle singole opere d’arte”. Mostrando la campagna di analisi non invasive, fatta dal Laniac su alcune opere di Giorgione in occasione della grande esposizione a lui dedicata nel 2010 a Castelfranco Veneto, la sua città natale, mostra, quindi, come in diversi dipinti compaiano figure umane, animali ed elementi del paesaggio non presenti nel quadro definitivo e frutto di ripensamenti dell’autore durante la preparazione del dipinto.