Anche quest’anno Andrea Cipriani, docente di psichiatria all’università di Verona ed organista diplomato al Conservatorio di Santa Cecilia di Roma ed all’Universität für Musik und darstellende Kunst di Vienna, ha tenuto una lezione- concerto dal titolo “Il temperamento in musica: un magico compromesso tra errore e perfezione”. Ha presentato l’incontro l’ideatrice del festival, Maria Fiorenza Coppari.
Musica: errori e imperfezioni. Errori e perfezioni in musica possono coesistere? La risposta è stata data, nell’auditorium della Gran Guardia, nel penultimo spettacolo di Infinitamente, da Andrea Cipriani. Accompagnato dal piccolo Francesco, Cipriani ha suonato un organo e un pianoforte tecnologici e moderni che simulano il suono dello strumento reale. Entrambi sono stati realizzati dal Dipartimento di Informatica dell’università. Con un excursus che parte dagli antichi canti gregoriani suonati nelle Chiese, la sua attenzione si è soffermata su Bach. Cipriani ha portato il pubblico a comprendere come, nel costruire una scala musicale, non si debba trovare un compromesso.
“Da sempre, grandi compositori – ha spiegato Cipriani – hanno studiato il temperamento mesotonico, il sistema di intonazione nelle note utilizzato durante la fine del Rinascimento”. Questo temperamento ,la cui ideazione risale al 1500, si basa su un principio simile a quello pitagorico che ottiene i vari gradi della scala attraverso cicli di quinte. Nei temperamenti del tono medio gli intervalli di quinta vengono però "corretti", in modo che altri intervalli, come le terze maggiori, si trovino alla loro intonazione naturale. Nel 1558 il teorico musicale Gioseffo Zarlino propose una radicale riforma della costruzione della scala musicale allo scopo di includere i rapporti 4/5 (terza maggiore) e 5/6 (terza minore) come intervalli fondamentali accanto ad ottava, quinta e quarta. Alla ricerca di una soluzione pratica agli inconvenienti del temperamento mesotonico, il tedesco Andreas Werckmeister scopri, nel 1691, che un’accordatura ciclica che contenga cinque quinte mesotoniche e sette quinte pitagoriche chiude (quasi) perfettamente il ciclo delle quinte ed elimina la cosiddetta “quinta del lupo”, permettendo di suonare a tutte le tonalità".