Non c’è lingua senza cultura. Le peculiarità dell’inglese odierno sono state analizzate in una ricerca internazionale che ha portato alla stesura di due libri curati da Roberta Facchinetti, ordinario di Lingua inglese. Il primo “From international to local English – and back again” frutto della collaborazione con David Crystal, professore emerito dell’università di Bangor e Barbara Seidlhofer, docente di Lingua inglese e linguistica applicata dell’università di Vienna, e “Studies on English modality” scritto a quattro mani con Anastasios Tsangalidis docente dell’università “Aristotle” di Salonicco. I due volumi sono stati presentati in Frinzi da Giovanni Iamartino, ordinario di Lingua inglese all’università di Milano e Cesare Gagliardi, ordinario di Lingua e Traduzione quale appuntamento della rassegna “Io scrivo, tu mi leggi”.
L’importanza della cultura. Il continuo arricchimento culturale della lingua ne ha permesso la sopravvivenza e il presente è il risultato di strati e strati di diverse lingue. “L’inglese è una realtà plurale che va colorandosi degli aspetti culturali del luogo in cui viene parlato – ha spiegato Giovanni Iamartino -. La struttura culturale viene mantenuta nel continuo gioco del prestarsi e dare da una lingua all’altra. Una stessa lingua diventa diversa perché il comportamento sottostante l’atto comunicativo è diverso. Quello che rende standard una lingua oggi, forse non è più la pronuncia ma una correttezza grammaticale, un modo specifico di usare la sintassi.”
Che cos’è la modalità? Analizzata nel volume “Studies on English modality”, che considera più di 10 lingue, la modalità è il modo in cui il parlante esprime il proprio punto di vista nell’intonazione, nel lessico, nel modo in cui usa i verbi e anche nei gesti. “La modalità nella lingua inglese è una questione sovraccaricata di tassonomie e di categorizzazioni – ha speigato Facchinetti -. In realtà si tratta di una questione semplice, che riguarda tutto quello che è importante a livello comunicativo in generale. È il rapporto con l’altro e dipende sempre dal contesto.”
L’inglese odierno. L’inglese si è impadronito di noi o noi ci siamo impadroniti dell’inglese? Questo il dilemma che nasce dalla diffusione dell’inglese nel mondo contemporaneo. “Più l’inglese si espande, più le varietà dell’inglese si sviluppano in modo autonomo, meno l’inglese appartiene agli inglesi” ha detto Iamartino. “Dal libro “From international to local English – and back again” emerge soprattutto l’importanza dell’interculturalità in prospettiva interlinguistica – ha spiegato Facchinetti -. La lingua inglese, essendo ormai la lingua veicolare a livello internazionale, favorisce più di altre il contatto interculturale. Il testo evidenzia come i contatti interculturali e interlinguistici portano una lingua a internazionalizzarsi da un lato, stemperando le sue specificità strutturali per rispondere a necessità comunicative, mentre dall’altro attivano fenomeni di “localizzazione”, assorbendo aspetti specifici del contesto linguistico-culturale con il quale l’inglese si trova a dialogare” ha illustrato Facchinetti.