Cosa può insegnarci la tradizione letteraria medievale? Per il penultimo incontro di “Io scrivo, tu mi leggi”, tenutosi in Frinzi, Gaetano Lalomia, docente di Filologia romanza all’Università di Catania, ha presentato il libro di Maria Jesùs Lacarra “Saggi sulla narrativa breve castigliana”, da lui curato. Si tratta di un’opera che raccoglie diversi saggi di Lacarra per la prima volta tradotti in italiano dallo stesso Lalomia. Presenti all’incontro anche Anna Bagnolo e Andrea Zinato, entrambi docenti di Letteratura spagnola all’Università di Verona.
Un’introduzione. L’incontro è stato introdotto da Anna Bagnolo che ha fatto una presentazione dell’autrice disegnandola come una persona equilibrata, dotata di grande limpidezza e chiarezza nell’esposizione dei concetti. Una studiosa che nell’analizzare un testo non vede solo l’opera scritta, ma un problema complesso da risolvere. Ha poi fatto un resoconto veloce dell’aspetto strutturale dell’opera in questione, soffermandosi sul rapporto del testo con il folclore popolare. La parola è poi passata ad Andrea Zinato, che si è congratulato con il traduttore per il lavoro molto complesso che ha eseguito e ha letto alcuni frammenti dell’opera da lui considerati essenziali.
Il perché dell’opera. Ha chiuso la presentazione il traduttore in persona, Gaetano Lalomia che ha descritto il lavoro fatto: dalla scelta dei saggi da trattare con Maria Jesùs Lacarra al lavoro complicato di traduzione. “L’idea è quella di scavare a fondo nei testi” – ha spiegato Lalomia il significato dell’opera – far capire che il Medioevo non è qualcosa di chiuso, bensì qualcosa di molto dinamico.” Tutti i relatori si sono trovati d’accorso con il pensiero di Lalomia. In particolare Andrea Zinato che ha concluso l’incontro citando una celebre frase di Pioletti: “Il Medioevo è la base della modernità”.