Ottocento e Novecento: i secoli più importanti per la storia della linguistica sotto la lente d’ingrandimento. Presentato nei giorni scorsi in Frinzi, il nuovo volume di Giorgio Graffi, ordinario di Glottologia e Linguistica della facoltà di Lettere, dal titolo “Due secoli di pensiero linguistico. Dai primi dell’Ottocento a oggi”, edito da Carocci. Oltre all’autore, sono intervenuti all’incontro, ultimo appuntamento della rassegna “Io scrivo, tu mi leggi”, Claudio Marazzini, docente di Linguistica italiana all’università del Piemonte orientale, Alessandro Pastore, ordinario di Storia moderna e Alessandra Tomaselli, preside della facoltà di Lingue.
Alcune particolarità del testo. Il volume non punta né sui risultati né sugli strumenti prodotti dalla linguistica, come ad esempio le grammatiche, ma trova il suo punto di forza nel taglio filosofico utilizzato nel presentare la storia della disciplina. “Un taglio filosofico ragionato, che si interroga sui problemi della linguistica – ha detto Claudio Marazzini -. Problemi che sono spesso oggi gli stessi di ieri, anche se questo non vuol dire che non è stato risolto niente”. Il testo tratta ampiamente il rapporto con le altre scienze facendo anche un elenco degli ambiti della linguistica volutamente tralasciati dall’autore. “Dal libro sono stati tralasciati gli argomenti ancora troppo oggetto di dibattito – ha spiegato Giorgio Graffi – argomenti per i quali è difficile tracciare un’evoluzione della materia. Ad esempio, la linguistica genetica è ancora troppo in uno stadio embrionale per essere ben delineata. Inevitabilmente le carenze ci saranno. Ma è anche utile che ci siano. Per dire che qualcosa manca, deve esserci un punto di riferimento su cui basarsi.”
A chi è rivolto il testo? Alessandra Tomaselli ha delineato i concetti più importanti per le discipline germanistiche affrontati nel libro, in disaccordo con lui su questo punto.“Le note storiche all’inizio di ogni capitolo, sono fondamentali per tutti coloro che vogliono studiare la linguistica – ha illustrato Tomaselli -. Richiamano il lettore per poi trascinarlo su percorsi più difficili”. “Non è un libro semplice da leggere – ha difeso il suo pensiero Marazzini -. C’è un alto tasso di problematicità. Nonostante ciò, il libro conserva una grande chiarezza dall’inizio alla fine.” Che il libro non sia pensato solo per un pubblico di “addetti ai lavori” lo ha sostenuto anche Alessandro Pastore. “È un libro importante anche per gli storici, che offre diversi spunti di ricerca – ha detto il docente -. Perché anche la storia è fatta di parole.”