La robotica è senza dubbio tra le scienze più affascinanti. La volontà dell’uomo di sentirsi in qualche modo “divino”, di riuscire a dare la vita, è sicuramente un’aspirazione che trova le sue radici molti secoli fa e che, con le moderne tecnologie, sembra potersi realizzare. Ma quanto gli attuali robot, con le loro fattezze umane, si avvicinano alla complessità e all’unicità dell’uomo? Se i robot provassero emozioni, ciò li renderebbe umani? Queste alcune delle domande che gli studenti del liceo scientifico Copernico di Verona si sono posti durante il corso di robotica che si è tenuto durante tutto l’anno scolastico, con il supporto della facoltà di Scienze naturali, fisiche e matematiche dell’ateneo. Il progetto si è concluso il 30 maggio scorso con la presentazione dei lavori degli alunni della classe 4CS del liceo.
Un approccio multidisciplinare. Non solo scienze, matematica e fisica. Gli studenti del Copernico hanno affrontato il problema del progresso scientifico utilizzando un approccio multidisciplinare. Materie come letteratura, filosofia e storia sono state coinvolte all’interno del progetto proprio perché il corso era finalizzato a far comprendere ai ragazzi come l’umanesimo sia indispensabile nell’acquisizione di competenze scientifiche. L’uomo da secoli si pone interrogativi filosofici sull’esistenza. Domande che vanno dal confronto tra l’intelligenza umana e quella artificiale alle differenze principali che intercorrono tra noi e gli automi. Per questo è importante che gli studenti siano consapevoli che fenomeni così complessi e articolati richiedono un approccio pluridisciplinare.
La collaborazione con l’ateneo. Il progetto ha visto la collaborazione tra gli insegnanti e gli alunni del Copernico e alcuni docenti dell’università di Verona. Paolo Fiorini, docente di Sistemi di elaborazione delle informazioni, ha proposto un’introduzione alla robotica e Lorenzo Grespan, assegnista di ricerca del dipartimento di Informatica, ha svolto un seminario sulla robotica e la filosofia e ha gestito un laboratorio che ha permesso ai partecipanti di mettere insieme operatività e riflessione. Ha aderito all’iniziativa anche il preside della facoltà di Scienze, Roberto Giacobazzi, che è intervenuto durante la presentazione dei lavori degli studenti: “Dietro la robotica c’è sempre la mente dell’uomo, per questo motivo la scienza non deve essere vista in modo esclusivamente tecnico ma ha bisogno della storia e della filosofia”.
Come si è svolto il progetto. Il percorso ha coniugato una parte teorica con esperienze di laboratorio. Durante la prima fase gli studenti hanno partecipato a seminari e conferenze tenuti negli spazi dell’università e del liceo. Notevoli i contributi di due grandi esperti del settore robotico-informatico, Giuseppe Longo e Stefano Nolfi. Hanno completato il percorso l'approfondimento di temi filosofici, la lettura di romanzi di “science fiction” in lingua inglese e la proiezione di film di fantascienza. Il risultato del progetto è stato un documento realizzato dai ragazzi in cui ogni disciplina si inserisce nell’altra.