La nostra struttura cerebrale è molto simile ai Sapiens di 80 mila anni fa. Lo dimostrano numerose punte di lancia ritrovate in una grotta a 250 chilometri da Cape Town in una zona denominata Hollow Rock Shelter. Questi reperti provano che i nostri antenati ricercavano la perfezione attraverso un processo di prove e fallimenti che li spronavano a sforzi intellettuali sempre più sofisticati e complessi. Lars Larsson, professore di archeologia preistorica alla Lund University, e il suo team svedese, hanno effettuato alcune analisi microscopiche sui colpi inferti, sulle scheggiature e sulle levigature, provando che le punte di lancia esaminate erano frutto di una complessa catena di montaggio e di un sapere che veniva tramandato dagli anziani ai ragazzi diventando così parte di una logica di apprendimento culturale che ha creato una struttura tribale più avanzata. La notizia è stata data da Tuttoscienze, l’inserto del quotidiano La Stampa. Leggi l’articolo
Abbiamo chiesto a Daniela Cocchi, docente di storia e protostoria dell’ateneo, l’importanza di questa scoperta scientifica.
Professoressa Cocchi, grazie alla recente scoperta, è stato scartato il ruolo del fuoco, della caccia o dei percorsi migratori come variabili che hanno permesso la nascita dell’intelligenza umana. Questi fattori sono stati sostituiti dalla fabbricazione di punte di lancia, cosa ne pensa? L’articolo del giornale è breve e non sono riportati altri dati oltre alla scoperta delle punte e delle analisi che dimostrano il loro uso. Certamente il fattore fondamentale che distingue gli uomini dagli altri primati è la trasformazione della materia prima per ricavarne strumenti di cui, per le epoche molto antiche, si conservano solo quelli in pietra, ma sicuramente venivano realizzati anche in materiali deperibili come il legno.
Non sono stati i Sapiens comunque i primi a progettare elaborate catene operative, la progettualità risale più indietro nel tempo. Prima dei Sapiens, i Neandertaliani erano eccezionali esecutori di strumenti mentre la tecnica, che comporta una catena operativa, è ancora più antica. Per quanto di mia conoscenza, nessuno ha mai scritto che “il fuoco, la caccia o i percorsi migratori” avessero preceduto le catene operative per la produzione degli strumenti.
È stata evidenziata inoltre l’importanza della comunicazione come fattore che ha permesso l’evoluzione. In una società della comunicazione come quella odierna, a suo parere, può avvenire un’ulteriore evoluzione della società? In che modo?
La comunicazione è fondamentale per lo sviluppo culturale dell’uomo, ma avviene gradualmente, nella preistoria con ritmi lenti, velocissimi oggi. L’evoluzione è continua. Purtroppo la storia dell’uomo, da 2.5 milioni di anni fa alla scrittura, non è conosciuta come dovrebbe, anche se comprende quasi l’intera storia umana ed è di fondamentale importanza per la comprensione dei processi storici che si sono avvicendati dalle origini fino ai nostri giorni. Nelle varie fasi preistoriche e protostoriche si susseguono infatti innovazioni tecnologiche, socioeconomiche e ideologiche che segnano tappe fondamentali nella vicenda umana come la trasformazione della materia prima, la trasmissione delle conoscenze, la pratica di seppellire i defunti, le espressioni figurative connesse alla sfera sacrale, la scoperta dell’agricoltura e dell’allevamento, l’introduzione della metallurgia determinante i primi concentramenti di ricchezza, i conflitti armati, le differenziazioni sociali, tanto per fare qualche esempio.
Tutto ciò che è alla base della nostra cultura risale a quell’epoca che viene comunemente chiamata “preistoria”. In essa tutto nasce e si sviluppa con ritmo inizialmente lentissimo e poi sempre più accelerato. Durante il mio corso, agli studenti viene dato un quadro completo di questo lungo e interessantissimo periodo e vengono a conoscenza di quando, come e perché sono sorti i fenomeni sopra indicati. Perché, ad esempio, sono nate la religione e l’arte? Cosa ha determinato l’insorgenza della guerra e delle differenze sociali all’interno delle comunità?