Grazie all'analisi del DNA e con l’utilizzo del carbonio 14 si è spalancata la porta della conoscenza sulle origini dell’uomo moderno. Un vero e proprio "viaggio nella preistoria" che è stato presentato al pubblico veronese durante la Notte europea dei ricercatori. Ad illustrare le prime fasi della storia dell'uomo Daniela Cocchi, docente di Preistoria e protostoria all’università di Verona, che ha focalizzato la presentazione anche sull' arte primitiva.
Espressioni figurative. Non solo il fuoco ha segnato l’inizio dell’evoluzione dei primati; anche la trasformazione della materia prima e la scoperta di una comunicazione per poter tramandare i saperi acquisiti hanno contribuito a trasformare l’australopiteco in homo sapiens. Daniela Cocchi a tal proposito ha mostrato una serie di immagini che ritraevano alcuni reperti archeologici: si va da qualche sasso leggermente levigato a sassi simmetricamente scolpiti con lo scopo di ferire e tagliare, si passa attraverso la lavorazione dell’argilla arrivando fino a quella dell’osso e giungendo infine alla famosa Venere di Willendorf che non simboleggia la bellezza come molti credono, ma la maternità. Queste opere, ha precisato la docente, non sono considerate arte, ma vengono chiamate “espressioni figurative”.
La nascita delle religioni. Con l’uomo di Neanderthal inizia anche il culto dei morti. Questo nostro antenato è stato il primo a seppellire i defunti: li metteva in posizione rannicchiata per simboleggiare il ritorno al grembo materno. Con lo sfruttamento delle grotte come luogo di culto, circa 40 mila anni fa, arriva anche la nascita delle religioni partendo da religioni puramente animiste, arrivando a sacralizzare la sfera celeste durante l’età del bronzo.