Una miscellanea di 880 pagine con i contributi di ben 55 studiosi e accademici.“Studi per Gian Paolo Marchi” (Edizioni Ets 2011) non è però solo un importante documento di letteratura, arte e filologia, è soprattutto un profondo attestato di stima ed amicizia verso una delle figure di spicco dell'ateneo scaligero. Quanto presentato nell'elegante Accademia di agricoltura, scienze e lettere di Verona è stato un commosso susseguirsi di emozioni e ringraziamenti, sulla scia di una lunga serie di studi letterari e umanistici che hanno reso grande l'intera scena culturale della città.
Un volume importante e corposo. Svolazzando abilmente tra delicato umorismo e citazioni colte di ogni genere, Marchi ha ringraziato tutti, dai curatori del progetto ai presenti in sala, passando per i colleghi, fino a tutto il personale universitario. Ha descritto quanto, fino all'ultimo, sia stato tenuto all'oscuro dell'immenso lavoro che gli si stava costruendo intorno e quanto grande sia stata la sorpresa di trovarsi tra le mani un volume così importante e corposo. Ammirevole anche la consapevolezza per l'inizio di una nuova fase di vita e di studi, per una pensione che darà spunti e stimoli per un percorso diverso, dopo più di 30 anni di vita accademica e ben 6 di presidenza della facoltà di Lingue e Letterature straniere.
Il saluto dei colleghi. Ammirevoli i ringraziamenti di tutte le autorità presenti, che si sono lasciate andare a saluti che quasi nulla avevano di formale: erano il ringraziamento sentito verso quello che più di un collega è stato un amico, di studi ed esperienze. Guglielmo Bottari, direttore del dipartimento di Filologia, letteratura e linguistica, ci ha descritto un profondo conoscitore delle arti veronesi che lo ha portato a scoprire Verona negli anni difficili del suo arrivo dalla Sicilia; Alessandra Tomaselli, preside della facoltà di Lingue, numeri alla mano, ha registrato la grande crescita della facoltà durante gli anni di presidenza di Marchi, nonostante le numerose difficoltà di riforme universitarie non sempre agevoli da applicare; il rettore Alessandro Mazzucco parla di amicizia, di ricordi e osservazioni che hanno smosso le sedute del senato accademico durante le fasi di programmazione.
Un focus sull'Umanesimo e gli studi su Giovanni Verga. Una fonte inesauribile di curiosità e onestà intellettuale, un esempio per tutti di equilibrio, indipendenza e interesse a 360 gradi per tutto quello che è arte e cultura. E un volume che può solo sintetizzare una piccola parte degli immensi studi e scritti di un uomo che ha curato durante tutta la sua vita una variegata e quasi infinita serie di interessi. Così i due interventi di Rino Avesani, professore di Letteratura Medievale e Giorgio Tellini, docente di Letteratura italiana a Firenze, hanno solo acceso la luce su due dei grandi temi che Marchi ha affrontato durante la sua vita: l'Umanesimo, soprattutto quello veronese e gli studi su Giovanni Verga. Due casi di studio importanti e complessi, che Marchi ha saputo trattare da un lato per tenere desto l'interesse sulla mai troppo considerata scena culturale veronese e dall'altro per omaggiare uno dei romanzieri meno approfonditi di fine 800. Perché Marchi è profondo studioso della storia, un tuttologo, coerente con se stesso, capace di non assecondare le mode e di presentare una scrittura nitida e godibile, chiara, ma animata da spiritose, argute e intelligenti osservazioni. Ed è forse per questo che quelle 880 pagine non sembrano poi tante, davanti a chi ha dato e continuerà a dare tanto, davanti ad una sala che si alza in piedi per un applauso e un omaggio commosso e sentito per chi ha reso grande un Ateneo prima e una città poi.