Derrick de Kerckhove, direttore del Programma McLuhan in Cultura e Tecnologia e docente della facoltà di Sociologia della Federico II di Napoli, in una recente conferenza tenutasi nella sede romana della Federazione italiana editori giornali ha difeso a spada tratta la carta e l'editoria vecchio stile dall'invasione di iPad e Kindle. "La carta salva il cervello – ha spiegato de Kerchove – va tutelata. La luce cade sulla carta – ha affermato citando Marshall McLuhan con il quale ha lavorato per oltre 10 anni – ed evita l'aggressione dello schermo con la luce che arriva verso il volto". (Articolo completo di Michele Cassano – Ansa) Abbiamo discusso dell'originale pensiero di de Kerckhove con Federica Formiga, docente di Archivistica, Bibliografia e biblioteconomia dell'ateneo di Verona.
Professoressa, rispetto alla lettura sul web “La carta consente una lettura più veloce ed induce ad analisi più profonde” E’ davvero così? Quali sono a suo avviso le principali differenze tra modalità di lettura su carta e su schermo?
La carta ci obbliga ad una lettura lineare, a senso unico, mentre la lettura sul web potrebbe essere più compulsiva portandoci spesso a credere che cliccare equivalga a leggere. Non so se la carta consenta analisi più profonde, certamente il web con la possibilità dell'ipertestualità permette di approfondire alcuni argomenti, sempre, ovviamente che lo voglia l'autore, che inserisce il link, o il lettore che su quel link decide di cliccare. Il concetto di ipertesto viene criticato perché non darebbe modo di imparare visto che per secoli siamo stati abituati ad imparare in maniera sequenziale.
Nei prossimi giorni partirà all'università di Verona il nuovo Master universitario in Management della cultura digitale da lei diretto. L’editoria italiana si è già organizzata ad un (presente prossimo) e ad un futuro fatto di Kindle e iPad?
I recenti dati forniti dall'Aie (associazione italiana editori) ci dicono che il mercato dell'eBook copre appena lo 0,04 % del mercato editoriale. Il trionfo, sempre che così lo si possa chiamare, non sarà certo di un tipo di device su un altro e tantomeno dell'esclusione totale della carta, ma di un'editoria che sappia affiancare ed ottimizzare l'uso di due supporti, quali la carta e il digitale, utilizzabili per la lettura e soprattutto per la trasmissione del sapere. I vantaggi forniti dall'editoria multimediale non sono irrilevanti perché si superano le possibilità di movimento che nel cartaceo erano ridotte ad una sola dimensione in un percorso obbligato che consente al massimo di andare avanti nella lettura o di interromperla. L'editoria italiana, e non solo, è chiamata ad operare delle nuove scelte editoriali che in qualche modo identifichino l'editore senza farlo diventare vittima delle strategie di mercato, di hardware e software sempre più soggetti ad alta obsolescenza tecnologica e del tentativo di far affermare certi formati piuttosto che altri. L'ideale che le pubblicazioni che richiedono una lettura lineare rimassero su cartaceo mentre i testi di consultazione o facenti parti di specifici mercati possano essere presentati e consultati e letti grazie a iPad o Kindle.
Il “link” in un articolo o in un testo è nemico della concentrazione come affermato da De Kerckhove?
Certamente, come sopra accennavo il link può portare ad effettuare una ricerca compulsiva facendo venir meno la concentrazione, ma la nostra mente è preparata a pensare dinamicamente, anche se le associazioni della nostra memoria sono destinate alla dissolvenza. Forse la lettura su carta effettuata per secoli ci ha in qualche modo portati a credere che l'andamento lineare sia il più ed il meglio praticabile e a credere che un altro tipo di lettura, su supporti diversi, possa essere solo compulsivo distogliendoci dall'apprendimento.
Come si immagina le biblioteche del futuro? Piene di libri o accessibili direttamente da un computer o da un tablet collegato alla Rete?
Le biblioteche offrono dei servizi all'utenza e se la produzione editoriale sarà basata anche su supporti diversi dal cartaceo anche le biblioteche dovranno, come già peraltro qualcuna sta facendo, effettuare anche la gestione di libri in digitale non venendo meno alle due principali funzioni che contraddistinguono la biblioteca: quella della ricerca e della conservazione.