“Costruire e tramandare la memoria”. È questo il titolo del convegno di studi che si è svolto alla Società letteraria di Verona. Il tema affrontato nel corso della conferenza è stato quello della costruzione, conservazione e trasmissione della memoria storica grazie al ruolo istituzionale di archivi, biblioteche e musei. Relatori dell'evento sono stati Gian Paolo Romagnani, docente di Storia moderna, Giancarlo Volpato, docente di Bibliografia e biblioteconomia, Arnaldo Ganda, docente del dipartimento dei Beni culturali all'università di Parma, e Marco Bologna, docente del dipartimento di Scienze della storia e della documentazione storica all'università statale di Milano. Moderatore del convegno è stato Mario Allegri, docente di Letteratura italiana moderna e contemporanea dell'ateneo veronese.
La professione dello storico e l'identità degli italiani. “Archivi, biblioteche, deputazioni storiche: una politica per la memoria della patria. Da Torino all'Italia”. È questo l'argomento che è stato proposto da Gian Paolo Romagnani nella relazione che ha inaugurato il convegno di studi. “Nell'Ottocento avviene per la prima volta l'affermazione della professionalità dello storico – ha spiegato Romagnani – ed è in questo periodo che le biblioteche, così come gli archivi e i musei, hanno acquisito un ruolo centrale nella costruzione dell'identità degli italiani. Queste istituzioni si sono trasformate in depositi della memoria, in centri di elaborazione della cultura” . Romagnani ha concluso discutendo sul fatto che oggi gli storici non hanno più quella solidità che gli apparteneva un tempo “Bisogna tornare alle radici, alla fondazione di questo ruolo per mantenere unita la cultura”.
Bibliotecari nell'Ottocento. “L'insieme degli istituti e delle raccolte librarie del secondo Ottocento – ha spiegato Giancarlo Volpato attraverso la sua relazione sui bibliotecari – apparivano come una summa capace di rappresentare un tesoro, un'eredità che nessun altro popolo ha mai avuto e della quale dobbiamo essere orgogliosi tutt'oggi, ma che si presentava insufficiente e inadeguata alle esigenze culturali del tempo. Infatti i regnanti non erano in grado di cogliere le potenzialità di un tale straordinario lascito”. Volpato ha concluso il suo intervento spiegando che la professione del bibliotecario nella seconda metà dell'Ottocento era ancora una realtà indefinita e senza alcun riconoscimento “Chi faceva il bibliotecario lo faceva per passione e per vocazione”.
Un bassorilievo dedicato a Mazzini. Il convegno si è concluso con l'inaugurazione del bassorilievo in bronzo dedicato a Giuseppe Mazzini, opera dello scultore Nicola Beber e tratto da un disegno di Gerolamo Induno, pittore e patriota italiano dell'Ottocento. Il bassorilievo è stato affisso nella sala conferenze della Società letteraria di Verona, già intitolata a Carlo Montanari, ed è stata realizzato grazie al sostegno finanziario della Cassa di risparmio Sparkasse nel 150° anniversario dell’unità d’Italia.