E’ stato il percorso di un genio quello che Cornaglia docente di Microbiologia dell’ateneo ha raccontato ad una platea attenta e appassionata a Gustav Mahler, grande artista la cui popolarità ha oscurato quella di Beethoven. L’evento è stato moderato per Infinitamente 2012 dal giornalista Lorenzo Reggiani.
L’arte, la vita. Le sue sinfonie sono tra le più eseguite nelle sale da concerto e d’incisione e quelle più spesso utilizzate nelle colonne sonore dei film. Eppure l’interesse per Mahler va ben oltre la sua produzione artistica che ha ritmato una vita di passione e sofferenza. “Riscoprire Mahler, musicista e uomo – ha spiegato Cornaglia – ad un secolo esatto dalla sua morte, significa non solo comprendere la sua personalità di artista e intellettuale, ma anche scoprire l’uomo alle prese con le stesse emozioni e ansie dell’uomo moderno”. La sua attività creativa è stata influenzata dalla malattia che l’ha portato alla scomparsa prematura. Sullo sfondo, ma a tratti veri e propri co-protagonisti della vicenda, i progressi della Medicina e i fermenti artistici della Vienna al tramonto dell’impero asburgico, in una carrellata di personaggi noti e meno noti che caratterizzano un’epoca straordinariamente creativa per l’arte e la scienza.
La passione e la malattia. Al centro di ogni momento di vita, di produzione artistica e di evoluzione della malattia Alma, moglie, compagna, amica e traditrice e i progressi della medicina. Dall’invenzione dell’aspirina, cura che sembrò placare il peggioramento dell’endocardite batterica di Mahler, all’incontro con Sigmund Freud, il padre della psicanalisi. La vita del musicista è uno stato di bilico tra lucidità e nevrosi, idillio e sofferenza che avranno fine solo alla sua morte il 18 maggio 2011. Gustav Mahler fu sepolto a Vienna, affianco alla piccola Buzzi, che aveva raggiunto in treno. Fu il viaggiato di un re che moriva salutato e acclamato ad ogni stazione da giornalisti, musicisti e curiosi che finalmente l’amavano perché amavano la sua musica.