Caccia allo straniero, razzismo, discriminazione. Questi i temi al centro della tavola rotonda “Le parole che discriminano, media e immigrazione in Veneto”. Mercoledì 21 marzo, giornata internazionale contro le discriminazioni razziali, nell’aula D del Silos di Ponente, docenti, giornalisti ed esperti di new media si sono dati appuntamento per discutere del ruolo cruciale dei media nella percezione dell’immigrato. Il convegno è stato organizzato dall’associazione nazionale stampa intercultuale con il patrocinio dell’Ordine dei Giornalisti del Veneto e Assostampa Verona.
Media e Immigrazione: lo stato dell’arte. Promuovere l’interculturalità e sovvertire la distorsione a cui i media sottopongono le persone immigrate. Sono questi alcuni dei principi contenuti nella Carta di Roma con cui l’Ordine dei Giornalisti e la Federazione Nazionale della Stampa Italiana si impegnano a fornire un’informazione non discriminante nei confronti di rifugiati, richiedenti asilo, vittime della tratta e migranti. Eppure, a distanza di cinque anni dalla sua elaborazione, non sono pochi i casi in cui la cronaca tratta i migranti in modo superficiale e non corretto, suscitando allarmi ingiustificati, danneggiando le persone oggetto di notizia e di riflesso compromettendo la credibilità dell’intera categoria dei giornalisti. Sulla necessità di un cambiamento si sono concentrati i partecipanti al convegno che hanno indicato un nuovo percorso di sensibilizzazione nel quale l’ordine dei giornalisti deve impegnarsi.
Le prospettive di cambiamento.Gli “altri” non dovrebbero essere esclusivamente i protagonisti, vittime o autori, delle pagine di cronaca nera e giudiziaria. Anche le notizie in positivo meritano di essere raccontate. Bando anche ai toni allarmistici e al sensazionalismo che discriminano la persona e non rispettano la correttezza e l’imparzialità dell’informazione a cui il lettore ha diritto. “L’uso non adeguato delle parole, uno dei fattori cruciali nella correttezza dell’informazione – ha sottolineato Gianluca Amadori, presidente dell’Odg Veneto – può scaturire dalla malafede, ma anche dalla mancanza di tempo, rigore e precisione. La semplificazione con cui a volte trattiamo un tema che in realtà è molto complesso e sfaccettato. “Vogliamo e dobbiamo imparare a capire il diverso, – ha detto Maria Fiorenza Coppari, vicepresidente dell'Ordine dei giornalisti del Veneto -, ma soprattutto dobbiamo capire come parlarne in modo corretto. Conoscere , essere informati sui fatti e sui loro protagonisti è un antidoto alla pigrizia giornalistica anche quando si tratta di immigrazione”.
La responsabilità del giornalista. Al centro, quindi, il linguaggio, la capacità di mettersi nei panni dell’altro e la volontà di andare a fondo nel ricostruire i fatti da raccontare, sono gli strumenti da padroneggiare per affrontare un’inversione di rotta. “Il giornalista – ha chiuso Maurizio Corte, giornalista e docente di giornalismo interculturale – dovrà impegnarsi a non banalizzare, esemplificare in negativo o utilizzare parole non rispettose dell’individuo. In questo modo rispetterà ogni persona e la sua dignità e fornendo ai lettori un’informazione completa, corretta. Una responsabilità civile e sociale in cui il giornalismo gioca un ruolo da protagonista”.