Rimettere in moto la macchina della giustizia italiana, trasformando una vecchia auto d’epoca in uno scattante bolide da corsa. Esce in questi giorni il volume “Economia processuale e comportamento delle parti nel processo civile. Prime applicazioni del Protocollo ‘Valore Prassi’ sugli artt. 91, 96 e 614-bis c.p.c”, a cura di Tommaso dalla Massara e Massimo Vaccari, l’uno docente della Facoltà di Giurisprudenza e l’altro magistrato del Tribunale di Verona. Un volume che, almeno sul territorio veronese, apre nuovi spiragli di luce per oliare gli ingranaggi dell’orologio giudiziario del nostro Paese.
Riaccendere la giustizia.Secondo il IV rapporto Giustizia, presentato al Senato della Repubblica da Giustizia per i diritti-Cittadinanzattiva, in Italia processi sempre più lunghi scoraggiano i cittadini e minano il rapporto di fiducia con la giustizia. Otto anni e tre mesi la durata media di un processo penale, il doppio rispetto al 2010 e con punte di oltre 15 anni nel 17% dei casi. Ancora peggio in ambito civile dove il 20% dei procedimenti si protrae dai 16 ai 20 anni. Il libro rilancia a Verona la sinergia tra Tribunale, Ordine degli avvocati e Università con l’obiettivo di rendere nuovamente efficiente la giustizia e ristabilire un patto di fiducia con i cittadini. Il testo si sviluppa attorno al “Protocollo applicativo sugli articoli 91, 96 e 614-bis” del codice di procedura civile, realizzato da un gruppo di lavoro costituito dall’Osservatorio “Valore Prassi”. Osservatorio che dal 2005 elabora regole interpretative e mette a fuoco prassi di condotta su singole materie, con lo scopo di agevolare un più efficiente funzionamento della giustizia. In questo caso, il gruppo di lavoro composto da magistrati, avvocati e professori universitari ha predisposto un testo-guida per l’applicazione di norme di recente introduzione, in tema di correttezza nel processo ed economia processuale, la cui applicazione poneva particolari problemi interpretativi.
Obiettivi fondamentali.Il messaggio che proviene dal libro è molto forte, e va ben oltre i confini di Verona: i diversi operatori del diritto, anche quelli che di norma sono su fronti opposti, come giudici e avvocati, possono collaborare. Anzi, devono farlo, ogni qual volta sia possibile individuare regole e criteri condivisi. Un lavoro sinergico di Magistratura, Università e Avvocatura può dare buoni frutti. E le buone regole non sempre devono provenire dall’alto, ma possono emergere anche da un’iniziativa locale. Si tratta di un caso unico nel panorama nazionale, per la materia trattata, che può fare da esempio per gli altri tribunali: e in effetti l’interesse per l’iniziativa non si è fatto attendere da parte di molti soggetti, incluso il Consiglio Superiore della Magistratura.
Verona si presenta, sotto questo profilo, come un interessante laboratorio di giustizia civile condivisa.
Il volume.Oltre al testo del Protocollo, il volume raccoglie una ventina di provvedimenti che già hanno dato applicazione agli artt. 91 e 96 c.p.c., nonché alcuni esempi di proposte di conciliazione formulate dai giudici veronesi. Completano l’opera quattro interventi di commento sulle nuove norme di alcuni di coloro che hanno messo a punto il Protocollo: Tommaso dalla Massara e Massimo Vaccari, che entrano nel vivo dei meccanismi processuali e Alessandro Rigoli, avvocato dell’Ordine veronese che invece volge lo sguardo ai problemi deontologici.