“Il bene oggi fa notizia. Grazie ai numerosi esponenti delle autorità che hanno accolto l’invito a leggere l’intero testo della Convenzione sui Diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Questo ci racconta la sensibilità di una Verona che vuole tutelare i minori e garantire loro il diritto all’infanzia. Ma il felice esito dell’iniziativa si riscontra anche nell’interesse da parte dei giovani frequentatori della biblioteca, che, oggi più che mai, è un luogo etico”, queste le impressioni a caldo di Daniela Brunelli, direttrice della biblioteca che, insieme ad Adele Bertoldi di Unicef Verona, ha reso possibile l’evento. Il XXIII anniversario della Convenzione sui Diritti dell’infanzia e dell’adolescenza è stato celebrato così tra la lettura degli articoli della Convenzione, allestita in vari punti della biblioteca, intermezzi musicali e la proiezione, senza audio, di video e film in tema.
Il significato dell’iniziativa raccontato dalle organizzatrici. “Gli Stati parti si impegnano a favorire la conoscenza dei principi e delle disposizioni della Convenzione, con mezzi attivi e adeguati sia tra gli adulti che tra i bambini e gli adolescenti”. Così recita l’articolo 42, il più importante e critico dei 54 punti della Convenzione. Ma questa tanto auspicata diffusione della Convenzione è un traguardo già raggiunto in Italia? “Non si tratta di qualcosa di già acquisito ̶ ha asserito Bertoldi ̶ ma ci si deve impegnare ancora molto e questa giornata è un ottimo inizio. Ambientare questo reading nel luogo universitario per eccellenza era fondamentale. Qui si preparano gli adulti che guideranno la nostra società futura e si può costruire una nuova umanità aperta all’ascolto, capace di tenere conto del punto di vista dei minori nelle scelte che li riguardano affinché si sentano più importanti e padroni dei luoghi della loro formazione”.
La Convenzione. Dignità è la parola d’ordine della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e su questo stesso modello ha preso forma anche la Convenzione sui diritti dell’infanzia. Approdare alla Convenzione ha significato passare attraverso la consapevolezza che per rispettare l’individualità del bambino e dell’adolescente c’è bisogno di un’attenzione particolare. Per uno sviluppo armonioso e completo certo non si può prescindere da un ambiente familiare amorevole, felice e comprensivo. Solo in un ambiente di questo tipo è possibile educare il bambino nello spirito della Carta delle Nazioni Unite, ai valori della pace, della tolleranza, della libertà, dell’uguaglianza e della solidarietà. Per questo il testo pone una particolare cautela in materia di adozione e di giustizia minorile. La Convenzione inoltre postula per i Paesi contraenti l’obbligo alla cooperazione internazionale per migliorare le condizioni di vita dei bambini dei Paesi in via di sviluppo. Un altro punto nevralgico del Documento si riferisce alla delicata esperienza della migrazione in età infantile. L’Italia nel V commento emesso dal Comitato Onu sui diritti dell’infanzia è stata esortata a porre una maggiore attenzione alle deprivazioni che riguardano i minori di origine straniera che vivono nei suoi confini nazionali e a promuovere l’ottenimento della cittadinanza per quei bambini figli di immigrati che nascono e vivono in Italia.
I lettori. Alla cerimonia di apertura sono intervenuti il rettore Alessandro Mazzucco e Stefano Troiano, docente di Diritto Privato. Per le istituzioni cittadine, il sindaco Flavio Tosi, Maria Machinè, vice prefetto, il questore Michele Rosato e Giovanni Miozzi, presidente della Provincia. Era presente anche Andrea Bolla, presidente di Confindustria Verona.