Conoscere ancora di più il ‘400 fiorentino, continuare a studiarlo leggendo gli autori considerati minori, inaspettati rivelatori di aspetti inediti di uno dei momenti capitali della storia e della cultura italiane. Questo si propone Francesco Bausi, docente di Filologia della Letteratura Italiana all’Università della Calabria, con la sua ultima opera “Umanesimo a Firenze nell’età di Lorenzo e Poliziano”. Del volume hanno parlato, durante una tappa del ciclo “Appuntamento con l’autore” in biblioteca Frinzi, Michelangelo Zaccarello e Paolo Pellegrini, entrambi docenti di Filologia italiana, e Alessandro Daneloni, titolare della cattedra di Letteratura Italiana. I tre docenti scaligeri hanno fatto gli onori di casa presentando ognuno una delle 3 sezioni di cui l’opera si compone. La prima parte, incentrata sullo storico e letterato Jacopo di Poggio Bracciolini, è stata affidata a Zaccarello, mentre la seconda, focalizzata sul poeta filologo Bartolomeo Fonzio, a Daneloni, e la terza parte, che parla della produzione del teologo e agiografo Francesco da Castiglione, è stata trattata da Pellegrini.
“Fasci di luce contrapposti”, così Zaccarello, presentando la prima sezione del volume di Bausi, ha definito gli autori cosiddetti minori a cui l’autore ha dedicato l’opera. “La scelta ̶ ha spiegato Zaccarello ̶ di partire dalle opere degli umanisti fiorentini meno noti per approfondire da prospettive nuove la conoscenza dell’Umanesimo fiorentino rende questo studio emblematico. Bausi, in nome di una corretta conoscenza, resiste alla tentazione comune di affidarsi in modo acritico alle interpretazioni filologiche del mondo accademico, e dimostra con questo suo lavoro quanto sia importante prendere in considerazione anche l’operato di personalità minori del mondo letterario. Questi autori sono fondamentali per recuperare aspetti ancora inesplorati di quel periodo e danno un contributo enorme all’anima dell’Umanesimo Fiorentino. Ma l’opera è innovativa anche per il suo approccio metodologico, la filologia si integra, infatti, con la storiografia e le opere letterarie diventano vere e proprie fonti storiografiche”.
L’opera. Si articolano in tre parti le 558 pagine di cui il volume è costituito, una dedicata a Jacopo Bracciolini, analizza l’opera dello storico-letterato fatta di prose filosofiche, storiche, polemiche, invettive e orazioni, per parlare del rapporto tra letteratura e politica e, nello specifico, dell’uso politico della letteratura e della storiografia. In essa la più bruciante e concreta attualità storico-politica, culturale e biografica emerge in modo prorompente dalla poesia latina che ne è efficace espressione. La seconda sezione, quella dedicata alle opere del poeta filologo Fonzio, vuole indagare il problema comune a molti artisti e uomini di lettere a trovare mecenati, il rapporto di antagonismo con il Poliziano e il suo atteggiamento ambivalente nei confronti dei Medici. Infine la terza parte, intitolata “Francesco da Castiglione umanista e cristiano” si incentra sulla figura del teologo e agiografo per trattare il tema della coesistenza spesso polemica di teologia e umanesimo, e di cristianesimo e lettere profane. Le carte di Francesco da Castiglione svelano anche gli articolati rapporti dei Medici con gli uomini di lettere più legati agli ambienti oligarchici, umanistico-accademici e religiosi, ossia i settori politicamente e culturalmente cruciali della vita cittadina.
L’autore. Francesco Bausi insegna Filologia Italiana all’Università della Calabria. Direttore della rivista di studi quattrocenteschi”Interpres”, si occupa soprattutto della civiltà letteraria medievale, umanistica e rinascimentale, di metrica, letteratura otto-novecentesca. Ha curato edizioni critiche e commentate di opere latine e volgari di Petrarca, Angelo Poliziano, Ugolino Verino, Pico e Machiavelli.