Un incontro commemorativo in memoria di Guido Gonella, il giurista veronese padre della legge istitutiva dell’Ordine dei giornalisti, che è stato ricordato a 50 anni dalla legge n. 69 del 1963. All'appuntamento erano presenti Enzo Iacopino, presidente del Consiglio Nazionale dell'Ordine dei giornalisti, Donata Gottardi, direttore del dipartimento di Scienze Giuridiche di Verona, Michelangelo Bellinetti, autore del libro “Guido Gonella, giornalista e politico”, Maurizio Pedrazza Gorlero, fondatore della cattedra di Diritto costituzionale dell'informazione giornalistica “Guido Gonella” dell’università, Giampietro Ferri, docente di Diritto costituzionale all’ateneo e Gianluca Amadori, presidente dell'Ordine dei giornalisti del Veneto.
Il ricordo. “Ci sono persone che lasciano il segno, senza mai usare toni forti o cercare riflettori. E altre scivolano via, cessato il rumore che provocano per dare sfogo alla loro vanità. Guido Gonella appartiene al primo gruppo. Non amava i toni forti, non rincorreva i riflettori, aveva attenzione per i dolori della vita e per gli ultimi”. Queste le parole di Iacopino contenute nella prefazione del volume “Guido Gonella, giornalista e politico” di Bellinetti. Un ricordo che ripercorre la vita del giurista morto nel 1982, dagli studi giovanili all’università, alla sua testimonianza giornalistica negli Acta Diurna su “L’Osservatore Romano” negli anni tragici della guerra, fino alla vita politica.“All’indomani della promulgazione della legge istitutiva – racconta Bellinetti – il ministro Gonella, al di là della comprensibile soddisfazione per la realizzazione di un obiettivo tanto importante, non nascose che il nuovo ordinamento poteva essere migliorato, soprattutto nel corso del passaggio al Senato. Così al giovane Giuseppe Morello – divenuto in seguito presidente dell’Ordine nazionale e poi presidente della Rai – ebbe modo di dire: “La legge appena approvata, come tutte le leggi, non è intoccabile. Questo non è che l’inizio di un processo destinato ad accompagnare lo sviluppo del giornalismo e dei giornalisti. Il futuro ci darà certamente grandi novità,è l’avvio di un cammino e sta e starà ai giornalisti, agli editori, ai legislatori adeguarla via via che le situazioni evolveranno”. Emerge, quindi, un profilo intellettuale e professionale della figura di Gonella ulteriormente testimoniato da due suoi scritti in appendice al libro: il primo su “La riforma dello Stato nello spirito di libertà”; il secondo su “La libertà di stampa e i diritti individuali di libertà”, pubblicato su “Iustitia”, la rivista dei Giuristi cattolici italiani, nel 1959.
La legge. Dal 1963 sono passati 50 anni e la legge non è stata mai cambiata: i giornalisti da anni ne chiedono invano la riforma, in particolare per quanto riguarda i canali di accesso al giornalismo e il numero dei componenti del Consiglio nazionale, ma il testo proposto dal Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti è fermo in Parlamento da tempo. “La legge esistente contiene principi essenziali di estrema attualità – precisa Iacopino – Ad esempio, la previsione dell’art.2: l’inderogabile dovere della verità e del rispetto per le persone, la lealtà e la buona fede; l’umiltà di ammettere con la rettifica un errore commesso. Sono ingredienti base irrinunciabili. Non si parte, quindi, da zero”.