Pietro Trabucchi, psicologo e professore all’università di Verona, dall’8 al 15 settembre, è impegnato nel Tor des Geants. 330 chilometri, 4000 metri di dislivello positivo, 150 ore di tempo, la gara attraversa i sentieri più belli delle Alpi, il Parco Nazionale del Gran Paradiso. Ma lo spirito, con cui gli atleti affrontano la competizione è quello di tentare di superare i propri limiti, di vedere fino a che punto l’essere umano può arrivare.
La ricerca. Pietro Trabucchi, veterano della gara, si è prestato ad un team di ricercatori dell’università di Verona che analizzeranno la sua performance. Aldo Savoldelli seguirà Trabucchi nella gara e si preoccuperà di eseguire dei test per rilevare le prestazioni dello sportivo mentre Gianluca Vernillo, da valle, riceverà i dati per analizzarli. Il team è coordinato da Federico Schena, docente di metodi e didattiche delle attività sportive e direttore del centro si ricerca sport, montagna e salute. Lo studio coinvolge anche dello staff del CeRiSM e delle università di Losanna e Milano. “La ricerca vuole misurare l’efficienza dal punto di vista respiratorio e locomotorio durante prove che mettono il corpo a dura prova, sottoponendolo a stress” spiega Vernillo. Nello specifico sono tre i protocolli di ricerca che si propone di analizzare il team scientifico: l’efficienza respiratoria, la capacità dell’emoglobina di cedere ossigeno al muscolo e i gas respiratori. I primi due progetti verranno effettuati su circa 30 partecipanti alla gara e si svilupperanno in tre fasi di analisi: prima, a metà e alla fine della gara. Il terzo progetto invece ha come protagonista solo il professor Trabucchi. Lungo il percorso, prima di salite prestabilite scelte per le loro caratteristiche, Aldo Savoldelli incontrerà Trabucchi e gli farà indossare uno strumento simile ad uno zaino, un metabolimetro del peso di 3-4 chili, che l’atleta dovrà indossare per tutta la salita. Lo scopo è quello di analizzare i gas respiratori.
Trabucchi è uno psicologo che si occupa da sempre di prestazione sportiva e in particolare di resistenza. È stato psicologo della squadra olimpica italiana di sci di fondo alle olimpiadi di Torino 2006 e delle squadre nazionali di triathlon. Appassionato di alpinismo e endurance, ha scalato l’Everest dal versante Nord ed è stato l’unico italiano ad aver terminato tutte le edizioni dell’ultra trial del Monte Bianco e la “Rock and ice” nell’artico canadese.
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