Si può prevedere il comportamento umano? Ci sono motivazioni alla base delle alterazioni comportamentali? E se esistono, sono da ricercarsi in ambito psicologico o in ambito genetico? A queste domande hanno cercato di rispondere lunedì 21 ottobre al Polo Zanotto Marco Guzzi, professore ordinario al "Claretianum" e all'università salesiana di Roma e Franco Tagliaro, professore ordinario di medicina legale all'università di Verona. La conferenza, introdotta dai saluti del rettore Nicola Sartor, è stata la prima del ciclo tematico “Valori e conflitti del vivere civile: per un orizzonte di speranza”, organizzato dal Collegio universitario “Don Nicola Mazza” in collaborazione con l’università di Verona, l’Esu, la Fondazione Giorgio Zanotto, lo studio teologico “San Zeno” e l’istituto superiore di scienze religiose “San Pietro martire” di Verona. A coordinare l'incontro Giancesare Guidi, prorettore dell’Università di Verona.
“Le radici psico-biologiche del comportamento umano. Dall'integrità all'alienazione”, questo il titolo della conferenza organizzata per fare luce sulle radici psicologiche e biologiche del comportamento umano. Un tema che da sempre affascina l’uomo e che ha acceso, al termine degli interventi dei relatori, un intenso dibattito tra i presenti alla conferenza. Marco Guzzi ha aperto la conferenza interrogandosi sugli aspetti filosofici e psicologici del comportamento umano, “Fin da quando esiste, l’uomo s’interroga su ciò che fa, sul perché lo fa e si chiede se le proprie azioni siano giuste. La domanda sulle radici del proprio comportamento è inscritta nell'uomo che ha la capacità e la necessità di continuare ad interrogarsi. Oggi, -ha commentato il professore- siamo in una fase della storia molto particolare e anche molto bella in cui l'uomo è chiamato a porsi la domanda sulle radici del proprio comportamento con una nuova profondità, anche alla luce delle ricerche di questi ultimi secoli”.
“Molte delle nostre azioni non sono libere ma condizionate da alcuni fattori. Esistono, dunque, cause endogene che possono spiegare il comportamento umano e, in particolare, il comportamento criminale?”. Da questa domanda è partito l’intervento di Franco Tagliaro sulle cause biologiche del comportamento che è stato l’occasione anche per fare un excursus sulle teorie sostenute dagli scienziati a partire dall’Ottocento. Già nel XIX secolo infatti Cesare Lombroso, noto medico veronese, compì alcuni studi sul comportamento criminale individuando alcune caratteristiche tipiche del “deviante”. In seguito anche i medici nazisti, seppur con metodi deprecabili, si interessarono molto a questo argomento e anche oggi si cerca una risposta scientifica alle cause del comportamento umano attraverso lo studio di alcune anomalie cromosomiche, ma anche con alalisi nel campo delle neuroscienze e della tossicologia”. Tagliaro ha però sottolineato come “qualsiasi affermazione in questo campo deve essere sempre molto prudente e basata su solida scienza e non su pseudo scienza”.