L’enigma di Giorgione svelato nel film documentario “Indagine su Giorgione” prodotto da Rai 5 su un progetto di Enrico Maria Dal Pozzolo docente di Storia dell’Arte Moderna del dipartimento Tesis di ateneo. Il documentario sarà presentato in versione integrale mercoledì 18, alle 11.50, nell’aula T.3 del Polo Zanotto. Un’ anteprima a Verona aperta alla città, che precede il passaggio su Rai 5 del prossimo gennaio. “Indagine su Giorgione” è un’opera di grande pregio realizzata da Dal Pozzolo, che ne ha curato il progetto e i testi, dal regista Nino Criscenti, e con la direzione musicale di Terrel Stone. L’occasione per il grande pubblico di avvicinarsi, attraverso le opere e i documenti, ad una delle più controverse e problematiche vicende della storia dell’arte italiana, abbattendo le barriere talvolta sollevate da un eccesso di erudizione e al contempo superando i limiti imposti da un resoconto di carattere esclusivamente divulgativo.
Il progetto. Nato da un’idea di Dal Pozzolo, il lavoro è un interessante esperimento di film documentario dedicato ad una tematica storico-artistica, una formula ancora poco utilizzata in Italia, per promuovere la conoscenza delle testimonianza del territorio. “A fronte di un interesse mai sopito verso il pittore, – spiega Dal Pozzolo – è nata l’idea di realizzare un docu-film che ne raccontasse la storia, inserendola nel contesto culturale della Venezia del tempo. Nonostante le difficoltà logistiche e finanziarie, in buona parte superate grazie alla partecipazione di Fondazione Antonveneta, il progetto è andato in porto, incontrando l’entusiastica adesione del regista Nino Criscenti, che vanta una lunga e proficua collaborazione con la Rai sul fronte della produzione di inchieste e documentari. Decisivo il contributo del liutista Terrel Stone, che ha accettato il difficile compito di soprintendere alla direzione musicale, scegliendo brani, musicisti e cantanti e comparendo in prima persona nelle riprese. Ha così preso forma una vera e propria inchiesta giornalistica condotta di fronte alle opere nelle sale dei musei, per raccontare anche ai non esperti ciò che i dipinti, i pochi documenti e i successivi interventi della critica, ci restituiscono di questo misterioso pittore”.
Dentro la pittura di Giorgione guidati da musica e parole . La musica non poteva che essere parte integrante di questa ricostruzione. Secondo quanto tramandato dalle fonti e in particolare dal Vasari, Giorgione era noto anzitutto per la sua bravura nel suonare il liuto e nel canto, un talento che gli avrebbe aperto le porte delle più raffinate corti italiane, introducendolo al cospetto dei maggiori committenti d’arte di quegli anni. Come sottolinea il regista Criscenti “i brani musicali non svolgono mai un ruolo di semplice sottofondo, ma in qualche modo diventano coprotagonisti delle immagini. L’aspetto più straordinario di questa realizzazione consiste, infatti, nella scelta di accompagnare lo spettatore, attraverso le parole dello studioso e le note del musicista, dentro la pittura, fin quasi ad accarezzare i sottili fili d’erba e le chiome degli alberi nella “Tempesta” (Venezia, Galleria dell’Accademia) o a contemplare vis-à-vis gli sguardi malinconici dei giovani effigiati in enigmatici ritratti. Percorrendo le calli della Venezia di oggi, si viene poi introdotti nei luoghi di Giorgione, negli edifici che custodiscono i segreti del suo passato, l’Archivio di Stato di Venezia, dove si conservano i documenti relativi alle commissioni pubbliche, o nei palazzi che un tempo erano decorati dalle sue pitture, sulla facciata che si specchia nelle acque del Canal Grande o alle pareti di una stanza”.
16.12.2013