Il restauro del “Martirio di San Giorgio” al centro della presentazione promossa giovedì 27 febbraio dalla Soprintendenza per i Beni storici, artistici ed etnoantropologici per le province di Verona, Rovigo e Vicenza. Il dipinto di Paolo Caliari detto il Veronese ha accolto i cittadini nel laboratorio di restauro della Soprintendenza, pronto per essere trasportato ed esposto alla mostra “Veronese: Magnificence in Rinaissance Venice” organizzata dalla National Gallery di Londra. All’intera operazione hanno partecipato, oltre alla Soprintendenza, anche il Comune di Verona, il Cnr di Firenze e l'università di Verona.
La presentazione. Il soprintendente Saverio Urcioli ha aperto l’incontro accogliendo il pubblico, per poi lasciare la parola alle voci dei protagonisti dell’operazione di restauro e di promozione dell’opera del Veronese. Piergiorgio Rizzini, parroco della chiesa di San Giorgio in Braida, sede del dipinto, ha introdotto il quadro dal punto di vista teologico-artistico, mentre Donata Samadelli, funzionario storico dell’arte della Soprintendenza, ne ha approfondito la storia. Antonia Pavesi, consigliere delegato alla Cultura del Comune di Verona, ha portato i saluti da parte del comune scaligero. Ettore Napione, curatore delle collezioni Museo di Castelvecchio, ha sottolineato la fruttuosa collaborazione con la National Gallery di Londra e ha ricordato la futura esposizione del dipinto alla mostra “Paolo Veronese. L’illusione della realtà”, prevista in Gran Guardia dal 5 luglio al 5 ottobre. Per la descrizione dell’opera di manutenzione e dello studio del dipinto erano presenti Chiara Scardellato, funzionario restauratore della Soprintendenza, Paola Artoni, funzionario tecnico Laniac del dipartimento Tesis di ateneo, e Claudia Daffara, ricercatrice del dipartimento di Informatica dell’università. Urcioli ha infine chiuso l’incontro spiegando il contesto sociale, storico e politico in cui è stato realizzato il quadro.
Il restauro. Il restauro dell’opera, avviato in occasione della sua esposizione a Londra, ha visto la collaborazione di numerose istituzioni. Oltre alla Soprintendenza e al Comune di Verona, hanno partecipato i ricercatori dell’Istituto Nazionale di Ottica del Cnr (Consiglio Nazionale delle Ricerche) di Firenze e due dipartimenti dell'ateneo veronese: il laboratorio di Ottica del dipartimento di Informatica e il laboratorio Laniac del dipartimento Tesis. La tela, già oggetto di alcuni interventi nel 1987, non presentava gravi problemi strutturali ma ha richiesto una revisione della pulitura e l’eliminazione dei depositi incoerenti con il dipinto. L’operazione di restauro è stata l’occasione per lo studio e l’approfondimento scientifico dell’opera attraverso l’utilizzo di innovative tecniche diagnostiche non invasive, tra le quali la riflettografia multispettrale IR a scansione. Grazie a questa ricerca applicativa dalla tela sono emersi i disegni preparatori e i pentimenti dell’artista, mentre si è potuto studiare la struttura dei pigmenti senza intaccare l’opera con prelievi diretti.
Il “Martirio di San Giorgio”. Il dipinto fu commissionato dai canonici di San Giorgio in Alga a Paolo Veronese nel 1552 e fu completato dal pittore nel 1564. La pala di San Giorgio rappresenta uno dei capolavori della maturità dell'artista, in cui risulta evidente l'adesione al linguaggio manierista, la predilizione per le scene variegate e l'inserimento di archittetture classicheggianti. Il dipinto è caratterizzato da una cromia vivace, valorizzata da una illuminazione chiara e tersa, mentre i contorni e il modellato sono rifiniti con spesse pennellate. Il santo è qui rappresentato in maniera differente dall'iconografia tradizionale. Urcioli ha infatti sottolineato il carattere politico dell'opera: il dipinto simboleggia la reazione della Chiesa romana all'attentato alla sua autorità provocato dalla diffusione delle idee protestanti e dall’invasione dei lanzichenecchi a Roma.
05.03.2014