“Cuore tedesco. Il modello Germania, l’Italia e la crisi europea”. Questo il titolo del convegno che si è svolto sabato 15 marzo nel palazzo Miniscalchi Erizzo ed inserito all’interno di “Infinitamente”. L’incontro è stato l’occasione per la presentazione del libro omonimo da parte dell’autore Angelo Bolaffi, filosofo della politica e germanista, già direttore dell’Istituto italiano di cultura di Berlino. Ad introdurre l’incontro era presente Adriana Cavarero, docente di Filosofia politica nel nostro ateneo e delegato alla Comunicazione dell’università di Verona.
Come è accaduto il miracolo tedesco? “Ai tempi del governo socialdemocratico di Schröder” ha spiegato Bolaffi “ci si rese conto che la Germania doveva affrontare tre sfide: quella della globalizzazione, della riunificazione, della europeizzazione. Ciò è stato possibile solo attraverso profonde riforme strutturali, riforme grazie alle quali la Germania è riuscita a diventare da malato d'Europa a quello che è oggi, cioè una potenza economica. La Germania ha fatto le riforme che gli altri Paesi appartenenti all'area dell'euro non hanno fatto, poiché hanno approfittato dei vantaggi dell’euro per finanziare le clientele anziché finanziare, nei tempi di vacche grasse, le riforme”.
La crisi dell’Europa davanti alla globalizzazione.“La Merkel ha capito” ha spiegato Bolaffi “che se cade l'euro cade l'Europa, o meglio muore questa Europa, con i suoi valori culturali, sociali e con le sue conquiste. Dopo la caduta del muro di Berlino, e certamente sulla base della rivoluzione tecnica di internet, il mondo tende a unificarsi, a diventare globus. A questo punto l'Europa, che era nata per rispondere agli incubi della propria storia, cioè alla guerra, si trova di fronte ad un nuovo tipo di sfida, cioè la sfida del mondo globale. Se vuol sopravvivere l’Europa ha bisogno anche una di una base tecnico-materiale, raggiungibile solo se riesce ad unirsi: dai dati demografici sappiamo che fra vent'anni nessun paese europeo farà parte del G8, dunque non c'è alternativa all'Europa e all'euro”.
Il rapporto tra l’Italia e la Germania nell’Unione europea. L’autore ha anche ricostruito la storia dei rapporti tra la nostra nazione e quella tedesca, sottolineando le relazioni tra le due durante il secolo scorso. Un legame importante è stato la convergenza comune verso l’Europa: “Il fatto che questi due Paesi fossero in ritardo nazionalmente” ha fatto notare Bolaffi “spiega il loro profondo europeismo dopo la seconda guerra mondiale. Italia e Germania sono stati i Paesi che più hanno spinto per la costruzione europea, e questa sinergia è andata avanti fino alla caduta del muro di Berlino”. Ma quale è oggi il rapporto tra i due Paesi rispetto al problema europeo? “Il problema è che l'Italia ha perso l'occasione di essere un Paese capace di costruire anch’esso la soluzione a questa crisi. L'Italia ha sempre ha avuto sempre un ruolo importante nei rapporti con la Germania: noi siamo come quei cugini scapestrati e ben eleganti rispetto al cugino un po’rigido e mal vestito. Potevamo rappresentare, essendo noi il paese più debole tra i forti e il più forte tra i deboli, il momento di moderazione. Questo non lo abbiamo fatto. Credo che, quando sarà scritta la storia di questo periodo, sarà sottolineato questo punto di estrema gravità.”
18.03.2014