Galileo Galilei è un personaggio al quale la cultura filosofica e scientifica moderna deve certamente moltissimo. E' stato uno dei primi filosofi a cercare una differenziazione tra filosofia e scienza, scardinando molte delle dottrine aristoteliche fino ad allora dominanti tra gli intellettuali. Nessuno meglio di lui può, dunque, rappresentare il cambiamento, tema della sesta edizione di Infinitamente. All'interno di un percorso omaggio allo scienziato pisano nel 450° anno dalla sua nascita si è svolto sabato 15 marzo a Palazzo Verità Poeta l'incontro "Galileo eretico: la vicenda del processo, il dibattito della condanna". A raccontare le motivazioni della condanna di Galileo è stato Pietro Redondi,ordinario di Storia della scienza e delle tecniche all'università di Milano-Bicocca, intervistato da Federico Barbierato, ricercatore del dipartimento Tempo spazio immagine società dell'università di Verona. Gli interventi sono stati introdotti da Luca Ciancio, docente di Storia della scienza all'ateneo scaligero.
Atomismo galileiano. La pubblicazione nel 1983 del "Galileo eretico" di Pietro Redondi è stata alla base del confronto tra gli studiosi di Galileo Galilei. Il testo suscitò molto scalpore poiché offriva una lettura inedita ed un nuovo punto di vista più complesso della vicenda galileiana. In esso Redondi faceva riferimento alla scoperta di un documento dimostrante che l’accusa contro Galileo fosse di atomismo e non di copernicanesimo. «Scoprii questo documento nel 1982 tra i fascicoli del Sant'Uffizio per caso, mentre compivo alcune ricerche sulla luce – afferma Redondi. – L'occasione di visionare l'archivio inquisitoriale molti anni prima della sua apertura al pubblico mi venne data dal fatto che l'anno dopo papa Giovanni Paolo II incaricò una commissione cardinalizia di revisionare il processo a Galileo. Da quei documenti si deduceva che Galileo ipotizzava una natura corpuscolare della luce, in particolare dopo aver visto gli effetti di fluorescenza dati dalla "pietra di Bologna", una pietra nota per le sue particolari proprietà che, esposta al sole e poi messa al buio, riluceva. Con i suoi studi Galileo ci ha offerto una nuova filosofia della natura misurabile quantitativamente e non più basata sulle sensazioni come per Aristotele». Sostenere il copernicanesimo è mettere il sole al centro, ma questo per Galilei è mettere al centro la luce, cioè i corpuscoli. L'atomismo galileiano, secondo Redondi, avrebbe rappresentato la principale minaccia per la Chiesa nel Seicento, e non il sostegno alle dottrine eliocentriche copernicane.
17.03.2014