Dedicare un’attività che normalmente viene svolta nel tempo libero per raccogliere dati scientifici. Questo è lo scopo di “Run for science, corri per la scienza”, un progetto nato a gennaio 2014 dalla collaborazione tra il dipartimento di Scienze neurologiche e del Movimento e di Scienze della vita e della riproduzione con l’obiettivo di studiare e approfondire, a livello scientifico, tutti gli aspetti che riguardano la corsa. La ricerca si concluderà domenica 13 aprile con un appuntamento presentato giovedì 10 aprile nella Sala degli Specchi di Palazzo Giuliari alla presenza del prorettore vicario Giancesare Guidi, Federico Schena, presidente del collegio didattico di Scienze motorie e responsabile scientifico di Run for science, Marina Bentivoglio, direttrice del dipartimento di Scienze neurologiche e del movimento, Carlo Capelli, ordinario di fisiologia, e Cantor Tarperi, coordinatore del progetto e del Centro preparazione per la maratona.
L’evento prevede una gara di maratona e di mezza maratona su un percorso che va dalle strutture di Scienze motorie di via Casorati alla frazione di Montorio. Tutti i partecipanti alla competizione saranno sottoposti a una serie di misurazioni scientifiche al fine di valutare i parametri di efficienza muscolare, cardiovascolare, metabolica e l’approccio psicologico alla sforzo. La novità rispetto ad altre iniziative è che si tratta di un evento di corsa per la ricerca non all’interno di una gara, ma basato sulla collaborazione di maratoneti non professionisti già affermati, persone comuni che corrono per passione e fanno della corsa uno sport di resistenza e un impegno non competitivo.
Run for science è una sintesi di didattica, divulgazione e ricerca. Oltre agli atleti, l’evento vedrà anche la partecipazione di alcuni studenti di Scienze motorie che potranno vedere come si organizza un evento, come si raccolgono dati e cosa c’è dietro una ricerca scientifica. Alla base di tutto c’è lo studio dello sforzo anche dal punto di vista muscolare, cardiovascolare, psicologico, dell’affaticamento e del recupero. Gli atleti selezionati rientrano tra i 25 e i 65 anni di età, hanno già completato gare di questo genere e non presentano malattie che possano influenzare i dati come diabete, ipertensione o cardiopatie. I dati raccolti saranno poi restituiti ai partecipanti, nonché utilizzati per la divulgazione scientifica.
«Si tratta di una ricerca che ha tutti i presupposti per avere rilevanza nella letteratura scientifica – afferma Schena – Il nostro obiettivo è di fare di Run for science un appuntamento fisso, da ripetersi ogni anno. Avremmo modo, attraverso questo progetto pilota, di affinare le conoscenze sulla corsa al fine di capire meglio come l’organismo delle persone normali si adatta al training di endurance, capire quali sono i limiti che tutti, e non solo i grandi atleti, possono sopportare e anche superare con l’aiuto della ricerca scientifica. Run for Science è anche una dimostrazione del valore del lavoro di team in ambito scientifico, coinvolgendo ben sei università, che si propongono anche verso il mondo dell’industria sportiva per mettere a frutto i risultati ottenuti in nuovi prodotti e strumenti per la corsa e per i runners».
10.04.2014