“ ‘Call to Life’: French Theory, Queer Theory and the Ethics of (Non)Relationality”. È questo il titolo della conferenza che si terrà giovedì 15 maggio, alle 14.30, nell’aula Zorzi B del Palazzo Zorzi in Lungadige Porta Vittoria 17. Protagonista dell’incontro Enda McCaffrey, docente di French Theory and Culture alla Nottingham Trent University. L’evento è organizzato dal centro di ricerca del dipartimento di Filosofia, Psicologia e Pedagogia “Politesse – Politiche e teorie della sessualità” e dall’Unità di ricerca Prin 2010-2011 dell’Università degli Studi di Verona “Dal patriarcalismo repressivo alla società del godimento: mappature politico-concettuali dei dispositivi di assoggettamento della biopolitica del genere nella contemporaneità”.
“La Queer Theory – spiega Carlotta Cossutta, dottoranda del Dipartimento di Filosofia, Pedagogia e Psicologia – nasce alla fine degli anni Ottanta, quando Teresa De Lauretis prende quello che era considerato un insulto da strada , “queer” appunto, e lo associa ad una teoria, ad un modo di interpretare il mondo. La Queer Theory prosegue il lavoro di decostruzione dell’identità tra sesso e genere introducendo il concetto di performance: la nostra femminilità, o mascolinità, non è altro che una messa in scena di fronte ad un pubblico, ma poco ci dice sulla nostra identità. Il “queer”, quindi, cerca di eliminare le categorie nelle quali siamo immersi per modificare le relazioni di potere. In questi due decenni tale teoria ha avuto molto successo e si è arricchita di un continuo scambio tra le accademie e i movimenti femministi e Lgbt, acronimo per lesbiche, gay, bisessuali e transgender, che l’hanno utilizzata come uno strumento di liberazione e analisi critica della società. Allo stesso tempo, però, è stata sottoposta a numerose critiche e riformulazioni. Uno dei temi più spesso dibattuti è quello dell’apparente incapacità della teoria di occuparsi della materialità delle vite queer e della loro concretezza. Enda McCaffrey – continua Cossutta – parte proprio da qui, interrogandosi su che tipo di legami e di relazioni possa immaginare la Queer Theory. A fronte di una sempre maggiore attenzione di questa teoria ai temi della relazionalità e della vulnerabilità, McCaffrey sceglie di indagare l’altro lato della medaglia: la non-relazionalità, la a-socialità come forma di decostruzione radicale. McCaffrey fa riferimento a pensatori come Bersani ed Edelman che mettono in risalto il lato più oscuro e più perturbante della Queer Theory, una teoria che mette in discussione fino in fondo i legami che tengono insieme le nostre società”.
In preparazione all’incontro è consigliata la lettura di “Sociability and cruising” di Leo Bersani contenuto in “Is the Rectum a Grave? and Other Essays”, The University of Chicago Press, Chicago 2009, pag. 45-62 (prima edizione “Umbr(a) A Journal of the Unconscious” 1, 2002).
12.05.2014