Una situazione “luci e ombre”. Questa l’espressione utilizzata nel report 2014 “Verona città Unesco” per sintetizzare la visione d’insieme del fenomeno turistico culturale che ha interessato il capoluogo scaligero nell’ultimo quinquennio. Risultati positivi si affiancano ad altri meno confortanti. Se da una parte, infatti, si è registrato un costante aumento dei flussi turistici, fino ad arrivare al +39% del 2013, dall’altra preoccupa la regressione relativa alla permanenza in città di visitatori italiani e soprattutto stranieri. Il report è stato realizzato dal comitato scientifico dell’Osservatorio sul turismo culturale, composto da funzionari dell’Amministrazione comunale e da docenti e ricercatori dell’università di Verona, fra cui Silvino Salgaro del dipartimento Tempo, spazio, immagine e società, e Alberto Roveda del dipartimento di Scienze economiche.
“Il report 2014 – spiega Salgaro – analizza i dati del flusso turistico a Verona in quanto sito Unesco, quindi all’interno di un ambito ben preciso, sia per quanto riguarda le strutture ricettive, sia in relazione allo sfruttamento delle risorse museali. Tuttavia, il possesso del brand Unesco non è sufficiente a garantire una presenza di ospiti continuativa e soprattutto in crescita. Dobbiamo, dunque, puntare ad allargare la domanda sia nei confronti dei Paesi che forniscono utenti sia nei confronti del territorio, due campi d’azione che molto spesso consideriamo disaggregati l’uno dall’altro. Bisognerebbe riuscire a creare una sinergia tra luoghi e operatori. Ciò che, infatti, oggi manca è proprio una visione complessiva per l’interesse della città, del territorio e del suo sviluppo in chiave turistica”.
Considerata la partecipazione di docenti e ricercati dell’ateneo veronese, “Verona città Unesco” può essere considerato la testimonianza di un rapporto crescente tra università e territorio. “La copresenza di un sito particolarmente rilevante dal punto di vista culturale – ha continuato Salgaro – e di un corso di laurea in Beni culturali, affiancato da altri corsi riguardanti il turismo, è molto importante per lo sviluppo delle professionalità dei futuri operatori del settore. La collaborazione finalizzata al miglioramento delle condizioni non solo culturali dei cittadini, ma anche economiche della città stessa, è fondamentale e fornisce quotidianamente spunti per un rinnovamento dell’offerta turistica. Ovviamente non basta che una persona, uno staff o dei ricercatori abbiano delle idee, ma è necessario che tali idee debbano e possano essere messe in campo attraverso la collaborazione con gli operatori del sistema perché è evidente che da soli non si va da nessuna parte”.
“Il corso di Beni culturali e i corsi relativi alle discipline umanistiche – ha proseguito Salgaro – offrono possibilità straordinarie in una città come Verona, ma più in generale in Italia in quanto paese che detiene, a seconda delle diverse statistiche, da un massimo del 70% a un minimo del 40% dei beni culturali del mondo intero. Non dimentichiamo che il turismo e soprattutto i beni culturali di cui dispone l’Italia non sono de-localizzabili. Pertanto il turista deve venire nel nostro Paese se vuole un determinato prodotto. È evidente, però, che da parte nostra diventa necessario considerare il turista come un ospite, quindi prevenirne gli interessi. Bisogna accoglierlo in modo molto affabile e disponibile, soddisfacendo le sue esigenze in modo tale che, qualora rimanga soddisfatto, sia invogliato a tornare e con un passaparola possa diffondere la sua esperienza facilitando così l’arrivo di nuovi visitatori”.
Ascolta l'intervista podcast a Silvino Salgaro realizzata dalla redazione di Fuori Aula Network
29.07.2014