“La specie umana non sa resistere al richiamo della narrazione”. È con questa citazione di Jonathan Gottschall che il Festivaletteratura di Mantova ha aperto le porte della sua diciottesima edizione, in programma fino a domenica 7 settembre. Cuore della manifestazione, come ogni anno, è la ricerca di nuovi talenti nella narrativa italiana e internazionale, ed è proprio in quest’ottica che la nuova edizione del festival lancerà numerose nuove proposte, tra cui la brasiliana Adriana Lisboa, il francese Olivier Rohe e l’indiana Lavanya Sankaran. Ma al richiamo della narrazione sembrano non aver saputo resistere neppure alcuni docenti dell’università di Verona, che hanno accettato di dare il loro personale contributo all’evento. Nel calendario degli incontri gli ospiti del festival trovano Adriana Cavarero, Annarosa Buttarelli ed Emilio Franzina.
“Scrivere dentro la guerra” sarà il tema della relazione di Emilio Franzina, docente di Storia contemporanea all’università di Verona. La presentazione si terrà venerdì 5 settembre alle 16 al liceo classico "Virgilio". Argomento centrale sarà la Grande Guerra e la mole di fonti documentarie, lettere, diari e appunti in grado di dare nuova luce alla realtà del primo conflitto mondiale.
Annarosa Buttarelli, filosofa e professore a contratto dell’università di Verona, condurrà sabato 6 settembre alle 17.15, nel cortile dell'archivio di Stato l’incontro “Riscrivere la vita di una scrittrice famosa”. durante l'appuntamentoi relatori ripercorrereranno la vita e le opere di personaggi e autori celebri per svelarne nuove identità e spunti. Alla riflessione parteciperanno tre autrici che si sono impegnate in questo compito: Sandra Petrignani, che ha lavorato sulla figura di Marguerite Duras (Marguerite), Liliana Rampello, che restituirà un’inedita visione di Jane Austen e Anita Raja, traduttrice italiana di Christa Wolf.
Domenica 7 settembre, alle 16.45 nella cornice della basilica palatina di Santa Barbara, Adriana Cavarero, docente di Filosofia politica dell’università di Verona, terrà una relazione dal titolo “Una virtù politica in tempo di crisi”. Nell’occasione si affronterà il tema della “rettitudine”, virtù politica da sempre considerata necessaria per governare le comunità e gli Stati. Come mai è sempre stata disattesa dalle classi politiche e anche dagli intellettuali? Perché non funziona evocarla sempre? Cavarero mostrerà che, come sempre, il difetto è nell’ambiguità della parola stessa. Bisogna cambiarla per cambiare virtù. In questo caso, invece di stare rigidamente “eretti” può essere decisivo provare a “inclinarsi” verso l’Altro, come fanno soprattutto le donne nella vita di tutti i giorni.
03.09.2014