Omologazione contro diversità. L’omologazione del commercio e delle società, contro la diversità dei popoli e dei singoli. Questo il concetto chiave emerso nel seminario di studi tenutosi al polo Zanotto, coordinato da Daniela Brunelli, direttore della biblioteca “Frinzi” e presidente della Società Letteraria di Verona, organizzato dal centro studi interculturali di ateneo e l’associazione culturale “Poiesis”. Un evento per discutere degli effetti della globalizzazione e del neoliberismo sulle istituzioni del nostro tempo e dell’aiuto che un’istruzione interculturale può fornire. Infatti, nell’epoca della libera circolazione di merci e persone, l’esaltazione delle caratteristiche individuali può essere una risposta efficace al processo di uniformazione e spersonalizzazione in atto da decenni.
Educazione alla diversità. “La pedagogia interculturale vuole essere una risposta al neoliberismo, al post democrazia, alla crisi di valori della società contemporanea. – ha affermato Agostino Portera, direttore del Centro Studi Internazionali –Viviamo in un mondo globale, interconnesso, però anche in grave difficoltà di orientamento e l’educazione interculturale è un nuovo modo di riscoprire l’insegnamento”. Ciò significa allontanarsi dal concetto ormai passato di indottrinamento, manipolazione, ma coglierne un significato più attuale, basato sulla pedagogia come opportunità di crescita per ogni soggetto.
Interculturalità: valore aggiunto. “Non ha a che fare solo con gli stranieri, – ha continuato il docente – ma consiste nel tener conto di tutte le differenze e nel saperle valorizzare”. Dunque, diversità come ricchezza e unicità, così come hanno sottolineato nei loro interventi anche Duccio Demetrio dell’Università Bicocca di Milano e Michelangelo Bellinetti, giornalista professionista del quotidiano “L’Arena” di Verona. Il seminario ha inoltre fornito l’occasione per presentare il nuovo libro di Portera, intitolato “Manuale di pedagogia interculturale”.
09.10.2014